Intervista / Don Giuseppe Cardillo: 54 anni di vita sacerdotale scanditi da incontri e ricordi memorabili

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Riproponiamo postuma la nostra intervista a don Giuseppe Cardillo, pubblicata nell’ambito della rubrica “sacerdoti secolari” nel 2014.

La nostra rubrica dei “sacerdoti secolari” della diocesi prosegue con padre Giuseppe Cardillo. Nato il 10 settembre 1937 a Dagala del Re (S. Venerina) da un’umile famiglia di contadini, già da piccolo comprese la gioia di servire il Signore. “Tutto ebbe inizio nella mia parrocchia quando cominciai a fare il chierichetto – rivela padre Giuseppe – e più guardavo il mio parroco celebrare la messa più cresceva in me il desiderio di fare lo stesso. Entrai in seminario il 4 novembre 1948. Fu mio rettore il prof. padre Salvatore Sozzi, di cui ricordo i suoi movimenti lenti e il suo passo faticoso. La mia ordinazione sacerdotale avvenne poi il 14 agosto 1960 in Cattedrale ad Acireale con le imposizioni delle mani del vescovo mons. Salvatore Russo”.

Del seminario ricorda con “gratitudine e riconoscenza” molti suoi insegnanti: mons. Cannavo (Storia e filosofia), mons. Leotta (Teologia), mons. Cristaldi (Patristica) e mons. Cosentino (Guida spirituale). “In seminario, durante il pranzo, si leggeva la storia di San Giovanni Bosco, il celebre romanzo «I piccoli martiri» ispirato ai tragici fatti di Gorla, e poi la figura di San Massimiliano Kolbe , del belga don Edoardo Poppe”, riferisce padre Giuseppe.

Il nostro settantasettenne sacerdote ha vissuto molti momenti indimenticabili di storia locale. È lui stesso che ce ne parla: “Nell’anno mariano 1954 ebbi la fortuna di ascoltare Enrico Medi che intervenne a Catania.  Rimasi folgorato dalle sue parole. Era a tutti chiaro che si trattava di un laico lucido e illuminato. Poi ricordo quando andammo a Roma in udienza da Pio XII in occasione del 75° della fondazione del seminario di Acireale. E infine non posso non ricordare il Congresso eucaristico diocesano del 1953, che fu un apogeo per la città e la diocesi di Acireale e che, fra l’altro, non si potette fare nel 1943 a causa della guerra. Nell’occasione venne ad Acireale il cardinale Ernesto Ruffini. E poi ricordo anche il Congresso eucaristico nazionale di Catania del 1958, che fu un altro momento glorioso”.

Il primo incarico pastorale per padre Giuseppe fu quello come assistente e moderatore di disciplina nella Città del Fanciullo di Acireale, storico istituto per orfanelli fondato da mons. Paolo Randazzo e sostenuto dal vescovo mons. Salvatore Russo. “Di mons. Russo ricordo le sue intense lezioni di catechetica – dice padre Giuseppe – era una persona coltissima, possedeva una vasta biblioteca, aveva un modo di porgere vivace, attraente, coinvolgente.  Fu molto stimato per la sua cultura e per la sua saggezza”.

Nel 1965 fu nominato vice parroco della parrocchia S. Isidoro di Giarre.“Quei due anni furono, come si dice, pochi ma buoni. Ricordo le mini olimpiadi che si organizzavano e porto dentro dei bei ricordi legati al rapporto con i giovani e i ragazzi. Che momento indimenticabile quello quando venne in piazza Duomo don Zeno Saltini, il fondatore della comunità Nomadelfia”. Il 26 febbraio 1967 prese possesso della parrocchia Maria SS. di Porto Salvo di Altarello (Riposto). “Lì lasciai davvero il cuore. Tra le opere che vorrei ricordare il restauro della chiesa, che la trovai ancora un’angusta chiesa di campagna. Ma il ricordo più bello che mi porto dentro è il tabernacolo a botte per l’altare, una costruzione tipica acese, che feci indorare dal celebre maestro acese Leotta. Terminai il mio cammino pastorale ad Altarello il 5 aprile 1998. Poi fu la volta della parrocchia Maria SS. del Carmelo. Fu per me una grande soddisfazione nel 2000 aver creato l’oratorio e dato vita al grest estivo”.

Tuttora padre Giuseppe Cardillo è parroco della chiesa Maria SS. del Carmelo di Riposto dove il 14 agosto 2010 ha festeggiato i suoi 50 anni di ordinazione sacerdotale con una solenne celebrazione eucaristica cui hanno preso parte i vescovi mons. Pio Vittorio Vigo, mons. Salvatore Gristina e mons. Giuseppe Malandrino. La devozione verso Maria SS. Immacolata e la guida di mons. Salvatore Di Santo (che di Dagala fu il terzo arciprete parroco) hanno plasmato la vocazione di padre Giuseppe Cardillo. Per lui ”la fede è totale abbandono in Dio, che ci ha creato e redenti”. In altre parole “fede è lasciarsi guidare dal Signore per mano nella nostra vita”.

Domenico Strano

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