Cerimonia / Intitolazione di largo XXV Aprile. Il sindaco di Acireale Barbagallo: “Non si usi questo giorno come mezzo di lotta politica”

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Con la deposizione di una corona d’alloro ai piedi della targa d’intitolazione del LARGO XXV APRILE, al suono del “Silenzio” e dell’inno nazionale. Così la città di Acireale ha voluto ricordare il 71° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Al momento di raccoglimento hanno preso parte, oltre al sindaco Roberto Barbagallo, i componenti della Giunta, il presidente del Consiglio comunale Rosario Raneri, il vicepresidente Antonello D’Agostino, le autorità militari cittadine e il deputato regionale Nicola D’Agostino.

La semplice cerimonia della sera – si afferma nel comunicato stampa – durante la quale lungo il circuito sono state sospese tutte le attività nonintitolazione largo XXV aprile consone allo spirito commemorativo, ha completato i festeggiamenti in onore “di chi ha lottato per la libertà e la democrazia del Paese”, ha detto il sindaco Roberto Barbagallo.

Grande e sentita partecipazione da parte della cittadinanza, degli studenti, dei rappresentanti della politica, e dei sindaci dei Comuni limitrofi si è registrata alla cerimonia d’intitolazione del LARGO XXV APRILE, a cui hanno presenziato le autorità civili e militari cittadine. Nello spazio antistante via Currò e corso Umberto sono stati eseguiti “Va Pensiero” e “Bella Ciao” prima del discorso del sindaco:

«La festa della Liberazione è un evento che ha segnato la fine di uno dei periodi più difficili della nostra storia e allo stesso tempo la rinascita verso un mondo libero una speranza di riscatto dalla devastazione, della guerra e dallo sconforto in cui il popolo italiano era stato ridotto dalla follia di un regime. Da quel momento ha inizio la strada verso la democrazia, sancita dal referendum del 2 giugno e dall’entrata in vigore della Carta costituzionale. Quella di oggi non è solo una doverosa commemorazione e un tributo al sacrificio dei nostri nobili concittadini, ma la testimonianza che da quel sacrificio può e deve nascere un mondo nuovo, in grado di concepire la società e la politica come la più nobile forma di servizio. Voglio lanciare un accorato appello a tutti gli acesi che si riconoscono nei valori della libertà e della giustizia sociale: che mai questa sacra ricorrenza venga utilizzata come mezzo di bassa lotta politica, perché questo giorno non è non sarà mai di questa o di quella fazione, ma è di tutto il popolo italiano di tutta la città di Acireale. Chi oggi ha responsabilità di governo deve dare una nuova prospettiva al futuro della nazione, costruire un modello di sviluppo equo e solidale, un modello economico che affermi la centralità dell’uomo, traendo insegnamento dal passato. L’Italia ha bisogno di avere fiducia nel futuro e nelle proprie capacità, dobbiamo trovare forza nello spirito che 70 anni fa ha consentito ai nostri padri di ricostruire il futuro per tutti noi».

Sentito il contributo delle scuole di Acireale, gli studenti del Liceo Gulli e Pennisi, del Liceo Archimede, del Liceo Regina Elena, dell’Itis Ferraris, dell’IIS Brunelleschi e dell’I.C. Vigo Fuccio La Spina dal palchetto hanno ricordato lettere dei partigiani e brani della Resistenza e hanno condiviso con la piazza le loro riflessioni.

Altro momento solenne – si aggiunge infine nel comunicato stampa – la consegna del “Memento dei combattenti della Libertà” alla memoria di otto valorosi acesi, che hanno partecipato alla Resistenza come partigiani civili e militari, o come coraggiosi antifascisti, confinati politici, figli, martiri della libertà nella lotta al nazifascismo.

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