Lavoro “integrato” / La Diocesi di Ragusa promuove un laboratorio di economia civile: “Costruiamo saperi”

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Promotrice dell’iniziativa è la diocesi di Ragusa che insieme a Caritas diocesana, Associazione di immigrati “Uniti senza frontiere”, Architetti senza frontiere e Confcooperative Sicilia ha dato il via al bando “Costruiamo saperi” per la selezione di 50 persone (comunitarie ed extracomunitarie) da addestrare e avviare al lavoro qualificato in agricoltura, edilizia e artigianato.

Un progetto per accompagnare all’autoimprenditorialità cittadini non italiani, ma soprattutto per sviluppare economia civilepotenzialità occupazionali a vantaggio di italiani e stranieri che vivono nel Ragusano. Promotrice dell’iniziativa è la diocesi di Ragusa, che in un Sud drammaticamente colpito dalla crisi occupazionale – come dimostrano anche i recenti dati Svimez – insieme a Caritas diocesana, Associazione di immigrati “Uniti senza frontiere, Architetti senza frontiere e Confcooperative Sicilia ha dato il via al bando “Costruiamo saperi” per la selezione di 50 persone (comunitarie ed extracomunitarie) “da avviare a percorsi di orientamento, work experience, accompagnamento all’autoimprenditorialità per la costituzione di due cooperative/aziende che opereranno nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’artigianato”. Termine per presentare la domanda è il 18 settembre (info: caritas.diocesidiragusa.it).

Annunciare il Vangelo in maniera concreta. “Il nostro obiettivo è far lavorare assieme immigrati e popolazione locale”, spiega Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana. Il progetto, infatti, si rivolge agli stranieri essendo reso possibile grazie ai fondi (300mila euro) del bando “Iniziativa immigrazione” della Fondazione con il Sud, cui si aggiungono un cofinanziamento di 70mila euro della diocesi e uno di 10mila euro degli altri partner. “Ma in parallelo – aggiunge – vi è il coinvolgimento della comunità locale: dai volontari agli operatori per la riuscita del bando, dalle maestranze a quanti lavoreranno fianco a fianco con gli stranieri, come pure la creazione delle cooperative vedrà insieme persone immigrate e altre autoctone”. “La Chiesa – sottolinea il vescovo di Ragusa, monsignor Paolo Urso – ha il compito di annunciare il Vangelo in maniera concreta e vitale. In questo contesto si comprende la decisione di avviare un progetto per offrire esperienze di lavoro e segni di speranza. E lo fa insieme con altre realtà che vogliono abbattere qualunque barriera”.

Contrada Magnì, polo di economia civile e integrazione. Il cuore dell’iniziativa sarà a Contrada Magnì, una masseria con diversi edifici per oltre 1.000 metri quadrati, circondati da 10 ettari di terreno, di proprietà della diocesi che – nelle intenzioni dei promotori – diverrà “polo di economia civile e integrazione lavorativa e culturale”. Qui i vincitori del bando verranno coinvolti in “percorsi formativi specializzanti, valorizzando i loro saperi e le loro capacità artigianali, incentivando l’integrazione delle culture di origine con quelle locali”, al fine di promuovere l’inserimento lavorativo professionalizzato dei migranti in imprese edili o agricole già esistenti. “Abbiamo bisogno – sottolinea Leggio – di luoghi in cui si costruisce. Da una parte, costruzione di competenze professionali: saperi, capacità che si vanno perdendo, coltivazioni autoctone di nicchia che non si fanno più. Dall’altra parte, costruzione di percorsi per un’economia ‘altra’, che non sia basata esclusivamente sul profitto, ma che possa generare ulteriore occasione di lavoro e di sviluppo”.

Acquisire competenze. 
Nei terreni di Contrada Magnì alcuni migranti impareranno le tecniche agricole; altri invece, opereranno nella falegnameria o nell’artigianato; altri ancora saranno impegnati nei lavori di ristrutturazione di Villa Magnì e per costoro “stiamo cercando imprese che possano mettere a disposizione maestranze capaci non solo di fare il loro lavoro, ma pure d’insegnare il mestiere”, afferma il direttore della Caritas. Inoltre, operando nella ristrutturazione degli immobili storici, i destinatari finali del bando acquisiranno competenze specifiche. Ad esempio, sarà loro chiesto di rifare i muri “a pietra a secco”, una tecnica antichissima ma che “sta scomparendo”, osserva Leggio. Ecco dunque che la Caritas è alla ricerca di mastri in grado di affiancare alcuni ragazzi nell’apprendimento della tecnica, in modo da far loro possedere un “know how” particolarmente ricercato nella zona.

Lavorare fianco a fianco.
 Lo scambio e l’integrazione con la popolazione locale si realizzeranno, infine, nei due locali messi a disposizione dalla diocesi nel centro storico di Ragusa, come pure nella fattoria didattica. I primi avranno uno scopo culturale ma anche commerciale, ossia serviranno per vendere i prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato. Grazie a un contributo di Caritas italiana, invece, andranno a integrare le attività di Contrada Magnì la fattoria didattica e un’attività di onoterapia (percorso terapeutico utilizzando gli asini), rivolte a giovani che, anziché perdere le ore “sul muretto”, potranno trovare in Magnì un modo per impiegare il loro tempo con attività educative e di orientamento. Fianco a fianco con gli stranieri in quello che vuol essere un laboratorio di economia civile, di crescita lavorativa, ma pure di convivenza e integrazione.

Francesco Rossi

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