“La partigiana sicula” è un romanzo storico scritto da Angelo Russo, autore attento e appassionato alla memoria della propria terra. Con questo libro, l’autore ci conduce in un viaggio nella Sicilia del dopoguerra, un’isola ferita e provata, ma anche viva, attraversata da ideali, contraddizioni e speranze di rinascita.
L’autore, attraverso le sue pagine, restituisce uno scorcio significativo della storia siciliana, soffermandosi in particolare sul periodo del separatismo nell’isola. Infatti, descrive con grande sensibilità uno dei periodi meno conosciuti della storia siciliana: quello del movimento separatista.
Tra le pagine del romanzo si raccontano gli avvenimenti del dopoguerra, in una Sicilia profondamente segnata dalla crisi e dalle difficoltà che inevitabilmente seguono ogni conflitto.
Attraverso una narrazione intensa e ben documentata, riesce a far rivivere il momento in cui il desiderio di autonomia e libertà si intrecciava con le difficoltà economiche e sociali di un paese appena uscito dalla guerra.
“La partigiana sicula” dà voce ai separatisti
Ciò che rende “La partigiana sicula” un’opera originale è lo sguardo con cui Angelo Russo decide di raccontare questi eventi. Lontano dalle letture ufficiali, l’autore sceglie di dare voce ai separatisti. Infatti, con una scrittura scorrevole e coinvolgente, Angelo Russo offre una visione del fatto storico da un punto di vista diverso rispetto a quello a cui siamo solitamente abituati: quello dei separatisti.
L’autore riesce così a narrare la vicenda storica attraverso lo sguardo di chi desiderava una Sicilia indipendente e autonoma dallo Stato.
Attraverso le vicende di Nino e della sua fidanzata Tina, Angelo Russo intreccia la storia con le storie personali. Restituendo un affresco umano e autentico di una generazione che ha vissuto la guerra. Le lotte, le vicende e le gesta di quel periodo prendono vita nella storia dei protagonisti Nino e Tina.
Con “La partigiana sicula”, Angelo Russo offre quindi un contributo alla narrativa storica, offrendo punti di vista differenti. E invitando il lettore ad analizzare la storia, non solo quella siciliana, ed ogni avvenimento con un forte senso critico.
Lo scrittore Angelo Russo, nato a Milo (CT) nel 1945 è un geometra che ha esercitato sia come libero professionista che come responsabile tecnico in un’azienda acquedottistica. Adesso è pensionato e vive ad Acireale (CT).
E proprio l’autore stesso ha condiviso qualche curiosità riguardo il suo libro.
Com’è nato questo libro?
Gran parte dei siciliani, specialmente i più giovani, non sanno che l’Autonomia di cui gode la Sicilia è stata conquistata dai Siciliani con una cruenta lotta per l’indipendenza dall’Italia, avvenuta dal 1943 al 1946 e rubricata come Lotta del Separatismo Siciliano. Tale importante evento storico è stato occultato o mistificato dalla storiografia ufficiale e ignorato nell’insegnamento scolastico. Ebbene, questo libro è nato per rimettere in luce questo rilevante e rivoluzionario evento storico della nostra Terra. Evento che, seppure non le abbia ridato la sua antica indipendenza, ha portato alla conquista del suo importante Statuto Speciale di Autonomia.
Qual è l’aspetto poco conosciuto di questo periodo storico?
L’aspetto poco conosciuto di questo evento storico è il motivo che ha spinto tanti siciliani a battersi, nell’immediato dopoguerra, per l’indipendenza della Sicilia.
È bene ricordare che, prima della conquista della Sicilia da parte del Piemonte nel 1860, la Sicilia per quasi 800 anni era stata un Regno sovrano e più o meno indipendente, dotato di un parlamento, ritenuto il più antico del mondo risalente al 1129, e di una Costituzione varata nel 1812.

Nonostante periodi negativi, la Sicilia nella sua storia mantenne sempre la sua sovranità o almeno qualche forma di soggettività istituzionale anche quando il suo regno fu abolito dai Borbone nel 1816. Nel 1848, cacciati i Borbone, la Sicilia si proclamò nuovamente Regno sovrano e indipendente varando una nuova Costituzione.
Successivamente, prima i Borbone poi i Piemontesi, annientarono ogni velleità di indipendenza della Sicilia.
Ma questo anelito di indipendenza non venne mai meno nella sua gente. Nemmeno nel periodo post unitario, esternando tale aspirazione con diverse manifestazioni di protesta sfociate nel 1943 nella suddetta Lotta del Separatismo Siciliano.
In che modo il suo libro si differenzia da altri che trattano questo tema?
La storiografia ufficiale, forse per non mettere in discussione alcune affermazioni di principio dell’unità dello Stato, mostra l’Autonomia Siciliana come spontanea e benevola concessione dello Stato Italiano, rubricando la Lotta del Separatismo Siciliano come atto complottistico ed eversivo da parte di alcuni esagitati contro lo Stato. Nel mio libro, invece, la storia del Separatismo è narrata da un punto di vista inedito ed antitetico rispetto alla narrazione ufficiale.
È, quindi, narrata dal punto di vista di coloro che credettero di dover ridare alla Sicilia quelle prerogative di sovranità ed indipendenza che in passato l’avevano fatta grande e prosperosa, di riscattarla dalle vessazioni subite sin dal 1860 da uno Stato ritenuto usurpatore.

E per questi ideali combatterono e si sacrificarono fino ad ottenere, se non l’auspicata indipendenza, un’ampia forma di Autonomia ed il ripristino dell’antico Parlamento. Tutto questo è sancito nello Statuto Speciale di Autonomia, cioè nella nuova Costituzione Siciliana erede di quelle del 1812 e del 1848.
Perché ha scelto il romanzo storico come genere letterario?
Il libro si prefigge di facilitare agli inesperti un iniziale approccio ad una parte della storia della Sicilia trascurata o mistificata dalla storiografia ufficiale, per suscitare in loro l’interesse ad approfondirla. A tale scopo sono stati prescelti una tipologia grafica rilassante ed il genere letterario del romanzo storico per rendere più fluida ed accattivante la lettura del libro. E trasmettere al lettore, auspicabilmente alle giovani generazioni e agli studenti, il messaggio storico con la leggerezza del romanzo sentimentale.
Parlando di indipendenza e separatismo, li ritiene ancora attuali?
L’ampia autonomia istituzionale e finanziaria ottenuta dalla Sicilia con la Lotta del Separatismo contiene in sé tutti gli elementi capaci di produrre la ricchezza necessaria per far decollare economicamente la nostra Terra. Purtroppo, parte dello Statuto Speciale di Autonomia è stato nel frattempo stravolto e, specialmente la parte finanziaria, manca ancora dei decreti attuativi da parte dello Stato. Se fosse ripristinato l’originario Statuto ed esso fosse attuato in tutte le sue parti la Sicilia non avrebbe bisogno di altro, men che meno di reclamare ancora l’indipendenza.
Quale messaggio porta con sé il suo libro?
Ripercorrendo le fasi della lotta del Separatismo che ha portato alla conquista dello Statuto Speciale di Autonomia della Sicilia, ho voluto evidenziare ai siciliani ed alle nuove generazioni come detto Statuto sia stato scritto col sangue dei nostri avi. Per cui sta a ciascuno di noi rispettare e difendere questo meraviglioso strumento come dono prezioso ereditato dai nostri progenitori.
G.P.
