Mediterraneo / Oggi cimitero, ma nella visione di Giorgio La Pira luogo di incontro tra i popoli

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Da sempre il Mediterraneo costituisce un luogo di incontro tra popoli e culture e nella visione del grande Giorgio La Pira rappresentava persino la chiave di svolta per il conseguimento di una pace mondiale. Oggi come nel passato, il Mediterraneo tappa obbligata per migliaia di persone e in particolare per coloro che abbandonano il proprio paese alla ricerca di un futuro altrove. Questo lo rende al contempo anche testimone di tragedie che quasi quotidianamente si consumano nelle sue acque. Negli ultimi anni, soprattutto a causa del protrarsi di situazioni di crisi globale, i numeri legati all’immigrazione non lasciano ben sperare.

Mediterraneo / Il “Grande Lago di Tiberiade”

Sono centinaia le persone che quasi ogni giorno rischiano la propria vita per affrontare un viaggio guidato dalla speranza di trovare dall’altra parte una vita migliore. Viaggi che a volte si trasformano in un incubo, che nonostante tutto non offrono certezze e che spesso si traducono in catastrofe. Il Mediterraneo si ritrova spettatore silenzioso delle morti di centinaia di persone. Ma alle popolazioni che abitano le rive del “grande Lago di Tiberiade” (come La Pira era solito chiamare il Mediterraneo) è affidata una missione. Un impegno comune che può essere portato avanti solo attraverso “la preghiera, la meditazione e l’azione prudente”.

Un compito che richiede l’impegno di queste nazioni nel raggiungimento di un’armonia fra le genti. È a tale scopo che lo stesso La Pira promosse i Colloqui Mediterranei, incontri dal carattere diplomatico per indurre i governanti di queste nazioni al dialogo. Un dialogo non fine a sé stesso, ma alla ricerca di quelle radici in comune che possano aiutare ad abbattere il muro del pregiudizio. Un passaggio fondamentale per il conseguimento della pace. In questo la storia ha il suo ruolo chiave: una storia unica quella dei popoli, un pellegrinaggio guidato da un senso unitario che li rende membra distinte di un unico corpo, che per “funzionare” necessita dell’armonia tra le parti.

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Mediterraneo oggi / Luogo di incontro e spettatore di tragedie

Negli ultimi anni sono tante le emergenze che hanno colpito la nostra società, ultima fra tutte la guerra in Ucraina. Questa ha avuto sicuramente un forte impatto sul fenomeno dell’immigrazione. Sono infatti in preoccupante ascesa i numeri non solo di migranti, ma anche di minori stranieri non accompagnati e di persone a rischio alimentare. Tuttavia, la tragedia sul fronte ucraino rischia di oscurare, dal punto di vista mediatico, le altre emergenze che si consumano nel resto del mondo. Non si sente più parlare degli sbarchi, dei naufragi e delle vicende che vedono le acque mediterranee protagoniste. Solo nel 2022 il numero di morti e dispersi nel Mediterraneo ammonta a 1.400.

Numeri spaventosi che testimoniano la necessità di attuare politiche europee per la salvaguardia di queste persone. Soggetti fragili che necessitano di essere salvati sotto ogni punto di vista. Si tratta di individui che hanno la necessità di riconquistare la propria dignità e che hanno il diritto di ricostruirsi una vita. La parola chiave è senza dubbio “accoglienza”. Dare spazio a nuove storie di vita, offrire opportunità migliori è sicuramente un’occasione da non perdere per favorire l’inclusione sociale. Occorre effettuare un cambio di prospettiva e capire il prezioso potenziale che risiede dietro ognuna di queste persone.

Giorgio La Pira / Mediterraneo chiave per una rinascita collettiva

Bisognerebbe acquisire la consapevolezza che l’immigrazione non è un fatto che riguarda esclusivamente chi parte, ma riguarda ognuno di noi. Anche chi accoglie ha il suo ruolo chiave per raggiungere quell’unico obiettivo tanto sognato da La Pira: la pace tra i popoli. “Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati significa anche riconoscere e valorizzare quanto ciascuno di loro può apportare al processo di costruzione” sono le parole che Papa Francesco ha pronunciato in occasione delle Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Quello del pontefice è un invito all’inclusione, a intraprendere un percorso comune che tenga conto delle esigenze di ciascuno. Un percorso che conduca alla costruzione di qualcosa di autentico, una scommessa sulle opportunità di vivere insieme un futuro migliore.

Mariachiara Caccamo

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