Otium et negotium 38 / Il Pino, simbolo di forza e di ripresa

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Riprendiamo dopo qualche mese, sempre con l’ausilio del nostro Nino Ortolani, la rubrica dedicata alle riflessioni e alle meditazioni. Sempre mantenendo lo stile epistolare, l’autore ci propone oggi un piccolo racconto della moglie (la sua “eredità spirituale”, così come le poesie della raccolta “Gabbiani” pubblicata postuma), breve ma ricco di significati.

Carissimi lettori,

con la pubblicazione della raccolta di poesie “Gabbiani” di Maria Laura Tringale, presentato a maggio dell’anno scorso, ho cominciato a “uscire dal cassetto” la produzione inedita di una “donna nobile”, come è stata definita da un giornalista che l’ha conosciuta e apprezzata.

In un solo dischetto, oltre le poesie pubblicate, si trovano diversi scritti tra cui alcuni “Racconti”. Penso utile procedere a far conoscere “Il Pino”: uno dei pochi scritti datati in cui si legge la partecipazione al dolore dei genitori di Tommaso e Lorenzo prematuramente scomparsi.

IL PINO (dedicata ai genitori di Tommaso e Lorenzo Vecchio)

«Sulle pendici del Kilimangiaro era nato un pino. Ogni anno cresceva di circa un metro e la sua cima si levava sempre più in alto verso il cielo. Ma un primo fulmine ne troncò la cima e un secondo ne colpì il tronco. Sembrava che la pianta non potesse riprendersi, ma a poco a poco l’albero riprese a crescere sviluppando i suoi rami sempre di più in ampiezza, fino a formare una grande cupola verde sotto la quale gli uomini trovano ristoro alla fatica e i bambini possono studiare o giocare al riparo dalla vampa del sole.» (30/7/05)

Cordialmente

Nino Ortolani

 

 

 

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