Siciliani in Argentina / Giuseppe Moscuzza, da Siracusa a Mar del Plata

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Giuseppe Moscuzza

Giuseppe Moscuzza fa parte della grande massa di siciliani emigrati in Argentina a causa della crisi che ha inaugurato l’inizio del Novecento in Sicilia. Tuttavia, quasi per ironia della sorte, in Argentina si scontrò con la dura realtà posta dalla Grande Depressione. Attivo nell’ambito della pesca e nell‘industria del pesce, “Peppino” Moscuzza ha dovuto affrontare non poche difficoltà nel corso della sua vita, sia personali, sia professionali. Figlio di siracusani, ha lasciato la terra natìa quando aveva all’incirca vent’anni. Ma il ricordo della città di Siracusa lo ha accompagnato per tutta la sua vita e nei modi più disparati.

Siciliani in Argentina / La biografia di Giuseppe Moscuzza

Giuseppe Moscuzza è nato il 2 luglio del 1897 a Siracusa (Sicilia), dall’unione tra Pietro Moscuzza e Carmelina Agliano. Dal matrimonio nacquero due figli. “Peppino” aveva solo quattro anni ed il fratello appena uno, quando rimasero orfani di madre. Com’era d’uso comune al tempo, il padre Carmelo sposò la sorella minore della madre, Graziella Agliano, dalla quale nacquero altri cinque figli. Moscuzza non accettò mai la zia come figura sostitutiva della madre. Per questo, il nonno materno gli offrì la propria barca come nuova dimora. “Peppino” lasciò quella barca poco prima di convolare a nozze.

Famiglia Giuseppe Moscuzza

Intanto, in Sicilia gravava una crisi che difficilmente si sarebbe risolta a breve termine. Moscuzza, sentendo dei racconti da parte di suoi compaesani che avevano trovato “l’oro e la pace” nelle Americhe, decise di partire insieme alla moglie gravida del primo figlio. La famiglia partì dal porto di Genova  verso Buenos Aires con la nave “Garibaldi”. Non appena approdati nella nuova terra (1921), a Mar del Plata nacque il suo primogenito, Pedro. Pian piano arrivarono anche Pascual (1922), Salvador (1923), Carmen (1925) ed Enrique (1927).

Siciliani in Argentina / L’attività lavorativa di Giuseppe Moscuzza

Il primo lavoro di Moscuzza fu quello di marinaio sull’imbarcazione “Siracusa”. Nel 1924 comprò l’imbarcazione “La Salga la envidia” e due anni dopo “L’Almirante Brown”. Tuttavia, la depressione degli anni ’30 del Novecento investì la famiglia Moscuzza, costretta a rivolgersi alle “ollas populares” (pentoloni comunitari destinati a cibare i pescatori e le loro famiglie). Erano tempi duri, fatti di scioperi, sollevamenti popolari e guerriglie di cui i pescatori soffrirono molto. Timoroso di perdere i suoi averi, “Peppino” decise di vendere tutto e di fare ritornare la moglie ed i figli a Siracusa.

Successivamente, si trasferì nel quartiere Boca di Buenos Aires, dove si dedicò alla pesca di lattarini per tre anni. Nel 1933 fece ritorno a Mar del Plata, dove si impiegò ancora una volta nella pesca comprando in società una lancia, la “Carmen Moscuzza”, dedicata a sua madre. Per Giuseppe Moscuzza la pesca era più che un lavoro, una filosofia di vita si potrebbe dire. “Iu vogghiu pigghiari a tarifa e poi rumpiri i soldi” – esordiva in periodi avversi. Tuttavia, nel 1935 la società della “Carmen Moscuzza” si sciolse. Per questo, Moscuzza richiamò in Argentina i suoi figli maschi maggiori, Pedro e Pascual. Soltanto alla fine della Seconda Guerra Mondiale la famiglia Moscuzza si riunì tutta in Argentina, nel 1947.

Siciliani in  Argentina / L’attività industriale della famiglia Moscuzza

Gruppo MoscuzzaA dare un “colpo di coda” alla vita di “Peppino” fu il suo primogenito, Pedro. I due, fino al 1960, si prestarono ancora all’attività della pesca. Successivamente, Pedro tentò la fortuna aprendo una pescheria in uno stabilimento proprio: la pianta di filettatura Atlàntida. Nel 1946 sposò una siciliana, Graciela Greco, che diede alla luce il primo nipote di “Peppino”. La loro era un’impresa a carattere famigliare e presto anche il piccolo José Américo Moscuzza apprese i valori della famioglia. Soprattutto in ambito lavorativo. José imparò tutto dell’attività peschiera: filettare, distribuire la merce, vendere, comprare, riscuotere. Gli servì per diventare l’eccellente referente dell’impresa che i suoi padri avevano costruito.

Siciliani in Argentina / Il “Gruppo Moscuzza” oggi

José Américo Moscuzza è oggi il maggior esponente della pesca Argentina e impiega oltre 1.100 persone in forma diretta o per il tramite di terzi per l’elaborazione di oltre 40.000 tonnellate di pesce fresco l’anno. Attualmente il “Gruppo Moscuzza” possiede cinque navi di altura per il fresco con stive per 25.300 cassoni. Cinque navi fattoria per l’elaborazione ed il congelamento con stive di una capacità di 2.400 tonnellate di prodotto. Una nave per la pesca ed il congelamento del calamaro con capacità di stiva di 900 tonnellate.

Imbarcazione Gruppo MoscuzzaDue piante di elaborazione in terra ferma e due stabilimenti frigoriferi. E’ interessante riportare come, quando le capacità di José Américo vengono messe in discussione, egli risponde “Euuu, iu sugnu niputi di zzu Peppino Moscuzza. D’altronde, la Sicilia è anche e soprattutto questo. E i valori tipici della nostra terra sono stati evidentemente assorbiti da questo argentino di origini siciliane, José Américo Moscuzza.

Grazia Patanè

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