Scuola / Acicatena, gli alunni del Circolo didattico “Emanuele Rossi” applauditi attori di un’opera teatrale

Il teatro Matrice di Aci Catena gremito di spettatori attenti, incantati, commossi. Standing ovation per gli alunni della quinta C del I Circolo Didattico Emanuele Rossi.Acicatena, gli alunni del Circolo Emanuele Rossi

Quella che doveva essere una tradizionale e semplice recita di fine anno, di una scuola primaria, si è rivelata invece una straordinaria, complessa e articolata opera teatrale, magistralmente diretta dalla regia di Antonella Dimauro, Graziella Calabretta e Dalinda Alabiso, che hanno collaborato con l’insegnante Giuseppa Rigoli, ottimizzatrice dello spettacolo.

Il trio di registe e sceneggiatrici, alla loro prima esperienza, è riuscito a realizzare testi originali, creando un incastro perfetto tra gli stessi, il teatro di Martoglio e gli sketch del duo comico Ficarra e Picone.

Tra i caratteri distintivi di questo progetto l’obiettivo, pienamente raggiunto, di fare dei ventisei alunni di questa classe i ventisei protagonisti dello spettacolo, nessuno escluso.

L’opera, intitolata ” Generazioni di Sicilia”, vuol essere un inno a questa terra e, insieme, un’analisi critica delle generazioni di uomini che l’hanno abitata. Un viaggio nel tempo che, partendo dal mito di Aci e Galatea, passando per l’Italia unita a fine ‘800, giunge ai giorni nostri presentando i Siciliani come persone capaci di grandi cose, eppure con delle costanti sulle quali ancora si ironizza. Se molto infatti è mutato dopo le ultime stragi di mafia- così come sul palco gli alunni hanno spiegato, attingendo dalle parole dello scrittore Gaetano Savatteri- molto ancora rimane da fare.

Emblematici il testo e la coreografia della canzone “Malarazza”: l’uomo, che subisce delle ingiustizie e si ferma davanti ad un Cristo sulla croce, chiedendoGli di distruggere la malarazza, non viene consolato, ma spronato a rimboccarsi le maniche, a stringere i denti e lavorare per dar vita alla giustizia che chiede.

Momenti di seria e profonda riflessione hanno poi toccato le coscienze degli spettatori, suscitando una generale commozione, quando sul palco si è data voce a tre delle centootto piccole vittime di mafia: Giuseppe Letizia, Claudio Domino e Giuseppe Di Matteo.

Lo spettacolo si è concluso con le ultime parole di speranza e fiducia nelle nuove generazioni del giudice Paolo Borsellino.

Tra il pubblico la dirigente scolastica, dott.ssa Nunzia Grillo- che si è complimentata con i bambini, l’insegnante Giuseppa Rigoli e i genitori per uno spettacolo che è ottimo esempio di collaborazione tra scuola e famiglie- e il comandante dei vigili urbani di Aci Catena, Sebastiano Forzisi, entrambi piacevolmente colpiti dalla performance dei bambini.

Un lavoro eccezionale, riuscito grazie all’impegno dei genitori anche per quanto concerne audio e musiche, curati da Gioacchino Tamburello; grafica e video, curati da Alessandro Lombardo; costumi e scenografie, curati da Annamaria La Spina, Ersilia Pennisi, Giovanna Strano.

Alla fine dei cinque anni di lavoro con questi alunni, così chiude l’insegnante Giuseppa Rigoli: “Rispetto delle regole, conoscenza della storia, valorizzazione del territorio e comprensione del presente saranno, non solo il culmine dell’azione educativa, ma anche gli strumenti di una generazione di speranza, che si troverà a dover risolvere i problemi lasciati in eredità dalle generazioni precedenti.”.

Margherita Ferro

 

 

 

 

 

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