Scuola e coronavirus / Il prof Salvatore Quattrocchi: “La didattica un’opportunità anche in tempi normali”

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In questo periodo di chiusura delle scuole a causa del coronavirus, l’iniziativa del ministero della Pubblica Istruzione di permettere l’incontro dei professori con gli alunni attraverso internet è senza dubbio preziosa: aiuta gli alunni ad andare avanti nello studio e impedisce che i più stravaganti approfittino di questa terribile contingenza per dedicarsi all’ozio.  Attraverso l’intervista all’attivo prof. Salvatore Quattrocchi, insegnante di matematica e scienze nella Scuola Secondaria di primo grado “Ferraris” di Modena, cerchiamo di illustrare il nuovo metodo didattico.

Il prof. Quattrocchi prepara i compiti per i suoi studenti

Come giudichi questo nuovo metodo di relazione con gli alunni, in questo di emergenza che segna la chiusura delle scuole per il coronavirus? Quali sono le difficoltà di un’autentica applicazione?

La chiusura della scuola è stata una sorpresa, che ci ha colto alla sprovvista; quindi, in pochi giorni, abbiamo dovuto reinventarci un metodo nuovo. Nella prima settimana, per fare “lezione”, ho fatto tesoro dell’esperienza decennale nell’utilizzo della cosiddetta “classe virtuale”, piattaforma di internet su scambio di idee, materiali e comunicazioni, link tra docenti e propri alunni. Io adottavo questo sistema di comunicazione nel pomeriggio, sia per assegnare i compiti, quando in classe il tempo non mi bastava, sia per sostenere gli alunni in difficoltà nello svolgimento dei compiti. Successivamente, con i colleghi dell’Istituto, ci siamo organizzati per ampliare l’offerta didattica e facilitare la lezione, studiando insieme il metodo delle “video-lezioni”. In questo modo, attraverso la webcam e il microfono, ho potuto affrontare anche nuovi argomenti, guardando in faccia gli alunni nello schermo del computer e ascoltare i loro interventi attraverso i loro microfoni. Chiaramente non è la stessa cosa della lezione in classe, però non ci sono altre alternative. Così è penalizzata la relazione interpersonale ed è più difficile accorgersi se la classe sta seguendo la spiegazione, oppure si distrae o non capisce alcuni passaggi. L’orario delle lezioni è ridotto a tre ore giornaliere. Ogni professore ha nove ore su diciotto di cattedra.

Il nuovo metodo richiede maggiore attenzione e maggiore capacità di giudizio sia da parte del prof. che degli alunni? Le lezioni sono seguite dagli alunni sui libri?

Sì, ci vuole maggiore responsabilità, specie da parte degli alunni, che sono meno controllati e possono sfuggire alla vista del prof. Gli alunni, oltre che i libri, sono chiamati a studiare il materiale inviato via internet.

Viene organizzato qualche gruppo di studio, in favore dei ragazzi meno esperti? E’ previsto il recupero? I ragazzi di famiglie attrezzati con dispositivi elettronici vari, se la cavano, ma gli altri?

Il prof Salvatore Quattrocchi in vacanza

I gruppi di studio, sempre in modalità di “video-chiamata”, vengono indicati dallo stesso professore. Per il recupero di alunni in difficoltà, io stesso mi propongo per alcune ore settimanali. Un’altra azione, in questo senso, è la creazione da parte del prof di alcuni “video tutorial”, nei quali spiego con ulteriore applicazione i passaggi più difficili; inoltre, gli alunni hanno la possibilità di riguardare il video più volte, anche fermando l’immagine. Gli alunni, tutti, sono esperti nell’uso d’internet. Ogni tanto mi accorgo di qualche vocina estranea, che suggerisce le risposte. Una volta, al termine delle lezioni serali, un genitore nel video ha detto ”E’ pronta la cena”.                 

Secondo te, da un punto di vista sociale, come è giudicato questo nuovo metodo e quali effetti produrrà?

 La situazione contingente ha favorito il diffondersi tra tutti i professori di una didattica digitale che ha molte potenzialità da sfruttare in futuro, nella normalità. Gli incontri digitali piacciono agli alunni, come occasioni per rivedersi tra di loro attraverso lo schermo. Tuttavia professori e alunni attendono la ripresa normale, preferita anche per l’aspetto affettivo. Bella la notizia della disponibilità del ministero a fornire materiali ad alunni meno abbienti. Secondo me, bisogna valorizzare al massimo questa nuova disponibilità ministeriale, che rispetta la giustizia.                                                             

Anna Bella

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