Società / C’era una volta la famiglia tradizionale…le sfide del nuovo sistema

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tavola rotonda su famiglia

“Famiglia è…” forse qualche decennio fa avremmo completato facilmente la frase… mentre oggi ci troviamo di fronte a una vera e propria sfida, anche solo riguardo all’uso e alla comprensione del termine.
Proprio questo tema è stato affrontato nell’interessante Tavola rotonda dal titolo “Le sfide del nuovo sistema famiglia”, organizzata ad Acireale dal Centro Assistenza Famiglia nei locali della parrocchia Cuore Immacolato di Maria.

L’itinerario, coordinato dalla dott.ssa Gabriella Puleo, giornalista pubblicista, è iniziato con la relazione del dottor Salvo Cacciola. Il sociologo ha condotto i presenti dentro il groviglio di significati che la parola e la realtà della famiglia hanno nel mondo occidentale.
Dal concetto di un’unica famiglia tradizionale, si è passati alla coesistenza di una molteplicità di “famiglie”. Da quelle “allargate” in senso verticale alle famiglie nucleari, arcobaleno, persino mononucleari. Tutte prodotto del superamento del concetto di stabilità delle relazioni e della facilità di lasciarsi alle spalle vissuti, anche importanti, della propria storia personale.

Gabriella Puleo,Maria Grazia Patti,Laura Toscano,Santa Russo,Salvo Cacciola,don Antonio Pennisi,
Da sin. Gabriella Puleo, Maria Grazia Patti, Laura Toscano, Santa Russo, Salvo Cacciola, don Antonio Pennisi

Il nuovo sistema famiglia prodotto della cosiddetta “società liquida”

E’ la descrizione plastica della cosiddetta “società liquida”, fondata sul breve periodo e sul rifiuto di orizzonti lontani e progettuali. Come spesso accade in queste circostanze, la realtà presenta alla fine sempre il conto,  in termini di qualità della relazione e disfunzionalità, anche gravi, i cui esiti abbiamo spesso modo di constatare tra la meraviglia e l’incredulità.
Il grande numero di suicidi di minori, violenze di vario genere – non solo sulle donne – rappresentano spesso il risultato di relazioni distorte e malate. E non risparmiano nessun tipo di famiglia, dalle più ”tradizionali” all’ultima versione “arcobaleno”.

Questo panorama, così articolato anche per la sua problematicità, non può non condizionare la legislazione e comportarne una costante e ripetuta modificazione e integrazione. L’avvocata Laura Toscano ha messo in evidenza come la legge base del 75 abbia trasformato alcuni pilastri su cui si fondava il diritto di famiglia; oltre al tema della risoluzione del contratto matrimoniale e del rapporto fra coniugi, che ha infuocato le tifoserie, ha radicalmente innovato il principio della patria potestà, introducendo il concetto di “responsabilità genitoriale”, che rimane un fatto necessario e ineludibile.
Nel tempo sono intervenute successive integrazioni, che hanno introdotto la regolamentazione delle unioni civili e delle convivenze di fatto. Con la conseguente esigenza di un pubblico riconoscimento di inedite condizioni relazionali.

Maria Grazia Patti, Laura Toscano, Santa Russo
Da sin. Maria Grazia Patti, Laura Toscano, Santa Russo

Il nuovo sistema famiglia trascura la cura e l’esercizio del limite

Di seguito, sono state ben delineate dalla dottoressa Santa Russo, psicoterapeuta e consulente del centro ascolto dell’Associazione “Voitheo”, due grandi direttrici dell’impegno educativo: la cura e l’esercizio del senso del limite. Entrambe queste esigenze sono purtroppo oggi molto penalizzate. A causa della riduzione del tempo dedicato alla cura – a causa di ritmi lavorativi spesso poco o per nulla attenti a questi aspetti.  Ma anche per le conseguenti abitudini apprese dalle nuove generazioni attraverso i social, e le sempre crescenti spinte individualistiche e talvolta narcisistiche dei genitori. Ancora più grave è la perdita del senso del limite nei genitori e, di conseguenza, nelle modalità educative dei figli. Considerato spesso come mortificazione della libertà, il “no”ai figli, quando necessario, educa invece le nuove generazioni al senso di responsabilità e alla speranza nel futuro.

Relazioni malate e patologie comportamentali nel nuovo sistema famiglia

Nell’esperienza clinica, è possibile incontrare – all’interno di diverse tipologie di esperienza familiare – famiglie disfunzionali, portatrici di fragilità spesso derivanti da relazioni malate.
O, non di rado, derivanti da vere e proprie patologie comportamentali.
Questa tematica,  esposta dalla dottoressa Maria Grazia Patti, direttrice del centro di ascolto ”Voitheo”, ha evidenziato come, di fronte alle difficoltà che quotidianamente le famiglie incontrano – pensiamo alle dipendenze, alle violenze non solo fisiche, alle demotivazioni, agli stati di ansia e alle fobie – è urgente un cambiamento di mentalità. In primis  nella presa di coscienza delle proprie fragilità, insieme con una particolare attenzione a  segnali premonitori di anomalie relazionali. Quindi il superamento delle remore a intraprendere una relazione d’aiuto.

In questo senso, anche le esperienze negative possono diventare un’opportunità di cambiamento. Una vera e propria sfida per la comunità ecclesiale, che, attraverso l’ascolto e l’accoglienza delle persone, può contribuire a promuovere una vera e propria relazione d’aiuto.

Ristabilire la sacralità del matrimonio

Infine, don Antonio Pennisi, condirettore dell’Ufficio per la Pastorale familiare della diocesi, ha messo in evidenza come la famiglia cristiana nasca da una vocazione – pari per dignità a quella del sacerdote – per un servizio alla chiesa e al mondo: essere segno dell’Amore con cui Cristo ama la Chiesa.
La realtà di questo sacramento assume anch’essa, oggi, i caratteri di una vera e propria sfida. Proprio a partire dall’attuale contesto, che sembra valorizzare prevalentemente l’aspetto estetico ed esteriore delle celebrazioni, trascurando la sostanza.

Se la formazione di un sacerdote esige infatti una preparazione e un lavoro di discernimento lungo parecchi anni, comunemente non si accettano criteri analoghi nella preparazione al matrimonio, privilegiando spesso gli itinerari più brevi e meno impegnativi.
Questa realtà, presente nelle nostre parrocchie, pone degli interrogativi pastorali che sono anche delle provocazioni, riguardanti da una parte la proposta di cammini di comprensione della dignità del sacramento dell’amore coniugale, dall’altra le scelte pastorali da assumere nei casi in cui si pretenda di accedere alla celebrazione per finalità solo esteriori, trascurando un vero cammino di fede.

 Cetta Vecchio
Giovanni Vadalà

 

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