Taobuk / Andrea Nicastro racconta a Catania la sua vita da inviato di guerra

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Il Dipartimento di Scienze politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catania, ha avuto il privilegio di ospitare Andrea Nicastro nel Palazzo Pedagaggi a Catania. Nicastro è stato inviato di guerra per il Corriere della Sera: è esperto di Medio Oriente, ex Unione Sovietica e mondo ispanofono. E stato il primo giornalista italiano ad entrare nella Kabul liberata dai talebani (2001) e l’unico a documentare la cattura di Saddam Hussein (2003). Per l’occasione ha presentato il suo nuovo libro dal titolo L’Assedio, lunedì 22 maggio durante il terzo appuntamento con le masterclass di giornalismo nate dalla collaborazione fra Taobuk e l’Università.

L’Assedio: il romanzo di Mariupol 

Introdotto dall’ideatrice di Taobuk, Antonella Ferrara, e dalle docenti Daniela Irrera e Stefania Mazzone, Nicastro è intervenuto alla masterclass organizzata nell’Università di Catania raccontando la sua recente esperienza a Mariupol contenuta nel suo ultimo libro: L’assedio (Solferino, 2022). Il pubblico studentesco viene subito spiazzato dal giornalista: “Voi state credendo a quello che sentite della guerra in Ucraina? La guerra in Ucraina è una guerra vecchia e nuova al tempo stesso. Vecchia, perché porta con sé tutto il male di tutte le guerre di sempre: devastazione, morte, violenza, paura. Nuova, perché nuovi sono i mezzi attraverso cui la osserviamo: social network, citizen journalism, blogger, influencer, tutti pronti a presentarci la loro verità”.

Nell’Assedio, il romanzo vero di Mariupol, Nicastro narra la città simbolo della resistenza ucraina, raccontato da chi l’ha vissuto. Mette in scena personaggi emblematici di entrambe le parti in guerra, le loro vicende si incrociano tra le rovine della città assediata dai russi in un crescendo di distruzione che è psicologica, morale e fisica assieme. Storie vere condivise dall’autore nei giorni dell’assedio, ma anche tratte da diari inediti, interviste, incontri con i sopravvissuti che si trasformano in racconto corale.

Il sistema informativo di Mosca: Hybrid warfare, AI e deep fake 

Nicastro ha delineato quattro modalità diverse di mistificazione della realtà che sono emerse dalla guerra in Ucraina: in Russia, si assiste a un metodo di condizionamento dell’informazione interno ed esterno. In Ucraina, si verifica una propaganda semplice interna ed esterna. L’Occidente, invece, pur disponendo di tante informazioni, crea una narrativa a senso unico. Da noi non c’è censura, non c’è controllo ma vige lo psychological warfare, ovvero dare informazioni vere o false in modo da condizionare il sentimento dell’opinione pubblica e le scelte dei governi.

Spiega Nicastro: “Un esercito, per vincere la guerra, oltre alle efficaci operazioni sul campo deve anche pensare all’opinione pubblica interna e all’orientamento del proprio potere politico”. Nei confronti dell’estero, Mosca cerca di costruire una nebbia di guerra: “nessuno ha ragione e nessuno ha torto, in guerra tutti mentono, si semina il dubbio per togliere valore alla notizia”. Gli americani chiamano questo sistema russo di condizionamento delle menti occidentali hybrid warfare, “guerra ibrida”, che si avvale anche di strumenti come fake news, intelligenza artificiale, deep fake, e di nuovi, inaspettati complici, ovvero tutti noi.

Taobuk Andrea Nicastro inviato guerra Catania

L’Isola dei Serpenti e il fantasma di Kiev: gli eroi non eroi 

Il giornalista cita alcuni esempi di distorsione di eventi di cui si nutre la resistenza ucraina. Dall’Isola dei serpenti, con la supposta morte eroica dei militari ucraini che, in realtà, sono stati catturati e poi liberati. Al “fantasma di Kiev”, un pilota ucraino che avrebbe abbattuto da solo sei caccia russi. Fino al presunto fallimento russo della ritirata da Kherson. Di fatto una riuscita operazione militare che non ha portato a nessuna perdita tra le fila dell’esercito di Putin.

Il controllo delle informazioni, la manipolazione delle masse non sono nulla di nuovo. “La propaganda e l’inganno ci sono sempre stati”, spiega Nicastro, “sono gli strumenti ad essere nuovi, finalizzati a creare una visione della guerra indirizzata alle esigenze delle parti in conflitto”. Nessuno sa dunque davvero cosa è reale e cosa no. Quello che però può fare l’informazione è applicare una serie di tecniche di verifica e mantenere un atteggiamento neutrale nei confronti della notizia.

La propaganda in Russia: vero e falso si fondono e confondono

Ma che differenza c’è tra noi e gli ucraini? Che cosa serve a noi per creare una visione della guerra a senso unico? Serve non nascondere, non minacciare, ma dare un inquadramento alle notizie, enfatizzare qualcosa invece che sminuirla. La propaganda russa è sia interna che esterna”, spiega Nicastro. “La loro costituzione prevede il divieto della censura. Con l’avvio della guerra è stato istituito un comitato. Stabilisce che se le notizie che appaiono sui media russi sono false, si rischiano quindici anni galera. Chiamare l’operazione speciale in Ucraina ‘guerra’ rientra tra le notizie false”.

La realtà è di per sé complessa, quella di un paese in guerra ancora di più. Tra il bianco e il nero c’è un mondo di sfumature che chi si occupa di informazione dovrebbe cogliere e restituire ai cittadini, per dare loro la possibilità di capire in maniera autonoma la realtà. Conclude Nicastro alla masterclass tenutasi a Catania: “Il compito dei giornalisti di un paese libero e democratico dove l’informazione serve a creare una coscienza politica, è separare gli interessi della nazione dal dovere di informare con correttezza”. 

Giuliana Aglio 

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