Testimonianza 1 / Stage a Roma: “Mi sono arricchito al Sir per aiutare a crescere La Voce dell’Jonio”

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Roma. In questi giorni concludo lo stage all’AgenSir (Servizio informazione religiosa), esperienza che è iniziata tre mesi fa, esattamente il 3 novembre del 2014. Non c’è modo migliore di raccontarla mediante un giornale, anzi questo giornale, con cui collaboro ormai da diversi anni. Parto con alcuni ringraziamenti. Il primo va a questo giornale e al suo direttore che mi hanno incoraggiato e accompagnato in questa magnifica esperienza. Il secondo va ai fautori del progetto “Crescere insieme”, grazie ai quali tanti giovani collaboratori dei settimanali diocesani sono stati e saranno chiamati a Roma, e cioè all’AgenSir e alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc). Il terzo, infine, alla mia famiglia da cui, lo strano sir 2ammetto, non è stato facile allontanarsi e non meno lo è stato dalla mia fidanzata. Loro non mi hanno fatto sentire lontano nemmeno un istante e sono stati i miei primi attenti lettori.

Sono stati tre mesi molto stimolanti che mi hanno arricchito sia professionalmente che umanamente. Ho letto tanto, ho scritto abbastanza, ho imparato sempre: questo è il motto che porterò dentro. Ho imparato quanto affascinante sia fare il giornalista. Esso, questo è ciò che penso, è un gran curiosone, uno che più che ficcare il naso nelle cose (questo lo fanno coloro che  procacciano visibilità e che speculano sulle notizie) vi si inserisce con tutto se stesso, con la mente e con il cuore.  In fondo, questo voleva insegnarci il direttore Domenico Delle Foglie durante le riunione di redazione: quel “leggete, leggete” voleva significare “scavate, scavate”. Il terreno dove scavare è naturalmente il nostro tempo. Interpretarlo non è semplice ma è qualcosa di indispensabile per poter raccontare la quotidianità. Quello del giornalista poi è una professione che richiede creatività. La comunicazione oggi è cambiata. Senza multimedialità la notizia stenta a “navigare”. Ecco perché al Sir io e Nicolò, il mio compagno di avventura, ci siamo dedicati, fra l’altro,  all’utilizzo di Twitter e Youtube.  Tra un “take” e l’altro (lanci di agenzia) ci siamo occupati anche di scrivere dei servizi proposti da noi stessi e condivisi dal direttore. Siamo andati in Sala stampa vaticana e a Radio vaticana. Affascinante, creativo e purtroppo anche rischioso. I tragici avvenimenti degli attentati di Parigi al giornale satirico Charlie Hebdo e al market ebraico hanno reso quei giorni pieni di apprensione. Il Sir ha cercato di affrontarli con professionalità, interrogandosi ogni giorno su cosa stesse accadendo. Quel terribile giorno dell’assalto l’editorialino del Sir così affermava: “Chi ama il mestiere di informare sa bene che la ferita inferta alla comunicazione libera va dritta alle coscienze per ferirle irrimediabilmente. Rompe qualcosa dentro […] Difficile chiamare fratelli i terroristi islamisti che hanno sparato e ucciso nel cuore di Parigi, ma evangelicamente ce la metteremo tutta”.  Come dicevo, a fianco ho avuto Nicolò Mosca, di “Vita diocesana pinerolese”.  È stato un compagno di avventura eccezionale. Con lui non ho condiviso solo il lavoro ma anche il tempo libero. Come dimenticarsi delle lunghe passeggiate nei fine settimana tra i monumenti di Roma!  La capitale è una città dai mille volti: dalla ricchezza più sfrenata alla povertà più disarmante.

Tanti sono i bei ricordi che porterò dentro.  Le parole, le raccomandazioni e i consigli. I sorrisi e le preoccupazioni. Le riflessioni e le prese di posizione. Grazie Sir. Non mi avete mai fatto sentire un pesce fuor d’acqua; ammetto che i primi giorni ho faticato non poco ad afferrare i ritmi e i tempi di un’agenzia di stampa ma ho subito afferrato la vostra affabilità e competenza. D’ora in poi avrò un motivo in più per ritornare a Roma. Tranquilli, non mi dimenticherò di portarvi i biscotti di casa cotti al forno a legna. A fine esperienza, posso affermare di essere cresciuto insieme a gente saggia e seria. Nel mio piccolo, adesso, cercherò di far crescere il mio giornale diocesano, cui lo attendono scelte coraggiose per continuare ad essere sempre un giornale della Chiesa tra la gente.

Domenico Strano

 

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