Vangelo della domenica (22 settembre) / L’uomo deve vivere i beni condividendoli con gli altri e non come avido possesso

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Canto al Vangelo ( 2 Cor 8,9 )

Alleluia, Alleluia. Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia
Vangelo ( Lc 16,1 – 13 )
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». Parola del Signore
Riflessione

La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Luca nel racconto della parabola dell’amministratore. La parabola c’insegna che anche i beni materiali vanno usati per quel che sono: un dono del Padre da condividere con i fratelli.In questa parabola si loda il fatto che ad un certo punto quell’amministratore che sperperava i beni del suo padrone, cambia direzione condonando i debiti che altri avevano verso il padrone. Adesso questo amministratore usa il perdono e non l’egoismo di accumulare per sé i beni.
Ogni uomo è un amministratore chiamato a servirsi dei beni che Dio gli dona con saggezza ed altruismo. Non deve sperperare il dono della propria vita con la stoltezza e l’egoismo.
L’uomo è chiamato ad essere fedele nel poco, cioè a vivere dei beni come mezzi da condividere con gli altri e non a usarli invece come fine, possedendoli con avidità.
Chi sarà fedele nel poco, infatti, sarà fedele nel molto dice Gesù, cioè, chi saprà usare della ricchezza di questo mondo, che è poca cosa, saprà essere fedele nella ricchezza di Dio che supera ogni altro bene di questo mondo.
“Nessun servitore può servire due padroni, perché o amerà l’uno e disprezzerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”, dice Gesù in questo brano del Vangelo.

Letizia Franzone

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