Vangelo della domenica (8 aprile) / Chi crede sa accogliere nella propria vita l’amore di Cristo

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Canto al Vangelo (Gv 20,29)
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia

Vangelo (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore

Riflessione
La Liturgia di questa seconda Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia, presenta il brano del vangelo di Giovanni nel racconto delle prime apparizioni di Gesù risorto ai discepoli. I discepoli si trovano nel cenacolo, alla sera di quel giorno, il primo della settimana con le porte chiuse per timore dei Giudei. Alla sera di questo giorno, lo stesso giorno del Signore, Gesù entra nel luogo dove vi erano i discepoli; il Risorto entra nella sera, nel buio dello sconforto e della desolazione dei discepoli portando la sua luce. Gesù sta in mezzo a loro, in piedi, perché chi risorge sta in piedi, e mostrando loro i segni della crocifissione dona la sua pace. Le mani forate e il fianco trafitto sono i segni del suo amore per ogni uomo; i discepoli che guardano  a Gesù risorto ricevono la sua luce e la sua grazia vincendo ogni timore ed ogni incredulità. Il Risorto entra nel cuore chiuso non curandosi di chi lo ha abbandonato, ma lo cerca fino a raggiungerlo nel luogo del suo timore e del suo abbandono. Lo raggiunge e gli mostra i segni di un amore crocifisso e risorto, di un amore capace di donare pace e resurrezione a chi si lascia raggiungere e abbracciare dalla sua infinita misericordia. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore; vedendo i segni della sua passione i discepoli lo riconoscono e gioiscono nel vedere Gesù. E’ la gioia di chi sa riconoscere l’amore e lo annuncia a chi ancora non lo ha riconosciuto come fecero i discepoli con Tommaso, gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore”.
Gesù invita i discepoli ad annunciare il Vangelo proclamando beati coloro che pur non avendo visto credono in Gesù, beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. E’ la beatitudine vissuta da chi ha fede, di chi crede in Gesù morto e risorto per la salvezza di ogni uomo; è la beatitudine vissuta da chi incontrando il Risorto sa riconoscere i segni del suo amore accogliendolo nella propria vita, così come accadde ai primi discepoli, come si legge nella Prima Lettura: “Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore”.

Letizia Franzone

 

 

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