Acireale / Bellezza e storia di Palazzo Fiorini

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Palazzo Fiorini

Si erge nel centro storico di Acireale, al termine di Via San Carlo e lungo le vie San Biagio e Fiorini, il Palazzo Martino Fiorini. Importante testimonianza del patrimonio architettonico e artistico acese, racchiude alcuni dei tratti principali del nostro territorio. Tutt’oggi dimora degli eredi Fiorini, è possibile visitarlo grazie ad alcuni appositi eventi.

Acireale / La storia di Palazzo Fiorini

La famiglia Fiorini ha origini toscane e prima di stabilirsi ad Acireale passò anche da Bronte. Il palazzo prende il nome dal cavaliere Martino Fiorini (1836-1931). Proprietario di vasti terreni coltivati e grande produttore di vino, si adoperò anche per la città di Acireale, della quale fu sindaco dal 1893 al 1895, e riacquistò il collegio di San Biagio, tolto ai francescani a causa di alcuni problemi legali. Precedentemente all’arrivo dei Fiorini il palazzo apparteneva ai baroni Calì di San Carlo che vi ospitarono personaggi importanti quali il geologo Wolfgang Sartorius, rinomato per gli studi svolti sull’Etna. Venne accolto al palazzo anche Christian Peters, ideatore della meridiana presente nella Cattedrale di Acireale.

Palazzo Fiorini

Acireale / La struttura esterna del palazzo Fiorini

Palazzo Fiorini è costruito su tre piani, i primi due destinati alla famiglia e alle sale di rappresentanza, il terzo alla servitù. Al secondo piano è presente una vasta terrazza panoramica da cui è possibile ammirare il mare e le chiese più importanti di Acireale. La facciata si presenta su due livelli, il più basso in pietra lavica e il più alto in bugnato di pietra bianca di Siracusa. Il portone d’ingresso è posto tra due colonne in pietra bianca a cui corrispondono delle lesene nei piani superiori. Lungo la facciata si presentano numerose finestre, architravate e timpanate.

Palazzo Fiorini

Acireale / La scala monumentale

Una volta dentro il palazzo, si raggiunge la scala monumentale. Questa è completamente dipinta seguendo i 4 stili della pittura pompeiana, della quale siamo a conoscenza grazie alle testimonianze di essa pervenute a Pompei. La scala quindi presenta dei colori forti, in particolare rosso e azzurro. Le raffigurazioni si fanno sempre più dettagliate man mano che si sale, accompagnate da una ringhiera in ferro battuto con il passamano in legno. Salendo si passa, dunque, da pannelli policromi con ghiande e festoni, alle raffigurazioni di alcune piante ed in particolare il tirso.

Una volta in cima alla scalinata, per ogni parete è raffigurata una menade, figura mitologica greca vicina al culto Dionisiaco. Dionisio infatti era considerato il dio del vino, elemento che si ricollega alla passione del cavalier Fiorini per tale bevanda. Ogni menade porta un piatto con alcuni frutti, che probabilmente erano quelli che venivano raccolti nelle terre dei Fiorini. Anche il soffitto è completamente dipinto e raffigura varie figure mitologiche greche, collegate tra loro da alcune viti (queste sono raffigurate anche nella ringhiera), sovrastate dal grande lucernario centrale.

la vista

Acireale / L’interno del palazzo Fiorini

Raggiunto il secondo piano, si apre la prima sala di rappresentanza. Ogni arredo, qui come in tutte le altre stanze, è posizionato con cura così da riprendere il vero aspetto delle stanze. In questa prima stanza sono presenti i ritratti di alcuni degli antenati della famiglia e altri curiosi oggetti, come un particolare bastone da passeggio. Nel soffitto è presente lo stemma della famiglia Fiorini, uno scudo azzurro con delle stelle, un leone rampante con dei fiori in bocca e la corona, testimonianza del legame con la monarchia. Successivamente si accede allo studio del cavaliere Martino Fiorini, ricco di dettagli, soprattutto in quella che era la sua scrivania. Anche qui come in tutte le stanze il soffitto è riccamente dipinto. Si accede poi nel così detto “salone giallo”. Questo era la sala di rappresentanza principale, quella per le occasioni più importante.

Stuccato in oro zecchino, nelle pareti e nell’arredo, è ideato simmetricamente, tant’è che è presente anche una porta finta, dipinta per far combaciare i sei angoli di conversazione, con le sei aperture (tra porte e finestre) e i sei specchi presenti nella stanza. Il pavimento era ricoperto da tappeti francesi con motivi floreali, che riprendevano quelli delle pareti, tappezzate in damasco di pura seta. Il soffitto è completamente dipinto con un paesaggio primaverile (la primavera è ricorrente in tutto il palazzo) che ospita dei giovani intenti a leggere. Grande spazio viene dato al cielo, azzurro, così da simulare un’apertura dalla quale potesse entrare luce naturale.L'interno

Acireale / L’interno del Palazzo Fiorini

Il salone “giallo” è testimonianza dello stile liberty che a quel tempo andava sempre più diffondendosi nel nostro territorio. Altro vano degno di nota è la sala da pranzo. Anche questa minuziosamente decorata, presenta delle personalizzazioni ricorrenti tra le posate e perfino sul soffitto. Questo riprende ancora una volta l’idea del vino e della sfera Dionisiaca. Anche qui il cielo simula un’apertura. La carta da parati, rovinatasi con gli anni, è stata oggi sostituita. Sono presenti altre numerose stanze, private della famiglia, tra cui la sala delle scienze, degli scacchi, della musica e del cucito. Tutte sono oggi dettagliatamente arredate in relazione alla destinazione originale e pronte ad accogliere ogni visitatore.

Salvatore Lizzio

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