Acireale / Deputati dell’Ars e il vescovo Raspanti dibattono su Democrazia, Costituzione e partiti

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Convegno Acireale su democrazia costituzione partiti

È ancora la Costituzione Italiana a declinare diritto e responsabilità nello svolgimento della vita politica? È sembrata questa la domanda da cui si è dipanato il dibattito, tra alcuni deputati dell’Assemblea Regionale siciliana e ministri emeriti, nella sala convegni Alice Anderhub dell’Aias di Acireale. Dibattito caldeggiato dal vescovo, mons. Antonino Raspanti, per riflettere sul tema “Democrazia, Costituzione e partiti: la partecipazione dei cittadini tra passato, presente e futuro”.

«Assistiamo ad una crescita costante di violenza sociale e in modo proporzionale notiamo come il dibattito pubblico si sia ridotto notevolmente nell’ambito delle proposte. Salvo poi manifestarsi esclusivamente nella lamentela e negli scontri, non appena vengono a mancare alcuni servizi – ha detto il Vescovo.  In quanto cristiani, non possiamo rimanere sordi dinanzi al grido di una comunità civile che richiede attenzione e proposte lungimiranti».Convegno Aias deputat -Ars

Dibattito di deputati dell’Ars su Democrazia, Costituzione e partiti

Proprio da questa provocazione Nicola D’Agostino (Forza Italia), Nuccio Di Paola (Movimento 5 Stelle), Calogero Mannino (Democrazia cristiana e Unione di centro) e, in videocollegamento, Anna Finocchiaro (Partito democratico della sinistra, Democratici di sinistra e Partito democratico), moderati dal giornalista Salvo Fallica, e dopo il saluto dell’on. D’Agostino, quali protagonisti del Convegno, hanno proposto ai partecipanti alcuni spunti di riflessione sulle questioni che affliggono le relazioni sociali nel contesto attuale, a partire dall’Articolo 49 della Costituzione Italiana, che rappresenta una sorta di elemento di comunicazione tra la società e lo Stato poiché sancisce il diritto dei cittadini ad associarsi liberamente in partiti politici. Aspetto fondamentale per la partecipazione democratica dei cittadini, secondo principi pluralisti.

Il valore della partecipazione “si muove e si impianta l’organizzazione della vita politica che passa attraverso i partiti, ormai a gestione molto personale”, ha affermato Calogero Mannino. “Non più una gara tra partiti, ma tra uomini”. E se Mannino ha messo il dito nel cuore del dibattito, Anna Finocchiaro ha ricordato che «questo è un tempo in cui il cittadino si esclude dalla vita politica, in cui primeggia la forza di altri poteri dislocati nel mondo virtuale della rete». Anche se – ha ricordato Nicola D’Agostino – nei primi quarant’anni della Repubblica c’era l’impegno. «E c’era il riconoscersi da una parte o da un’altra che creava dibattito, confronto, tensione, scontro». Ciò avveniva nei luoghi educativi, al lavoro, in piazza, sui giornali, dentro le sedi di partito che “non esistono più”.Convegno Aias Acireale

Qual’è il ruolo dei partiti nella difesa della Costituzione?

Il richiamo alla storia, poi, da parte di ogni relatore,  ha fatto da humus al dibattito. Sottolineando che negli anni ‘70 e ‘80, fino al crollo del Muro di Berlino, i partiti avevano un ruolo egemone. E la gente votava e credeva nel voto. La loro era la “convinzione di una fede, era ancora il tempo delle ideologie”. Oggi i partiti sono diventati mezzi: contenitori similari.
I partiti sono simili a dei “frullatori dove le leadership prevalgono sugli stessi partiti e per cui lo stesso significato di partito diventa impalpabile”, ha sottolineato D’Agostino. Il quale rilancia, in altri termini, la domanda iniziale del dibattito. «Quale nuovo ruolo i partiti hanno assunto negli ultimi 30 anni per difendere la Costituzione e praticare la democrazia? Cosa dobbiamo aspettarci dall’impegno dei partiti?». Ricordando che sono odierni due temi preoccupanti: la modifica della Costituzione con il cosiddetto Presidenzialismo e con l’Autonomia Differenziata. In un contesto – ha detto – in cui il popolo ha sempre meno voglia, quando chiamato in causa, di diventare elettore.

Nicola D'Agostino
On. Nicola D’Agostino

Nel corso del confronto sono emersi anche alcuni limiti a cui si è giunti man mano. Ossia la consapevolezza che il dibattito politico si è modificato nel corso degli ultimi cinquant’anni. Dal secondo dopoguerra ad oggi, per esempio, i meccanismi di formazione del consenso hanno dovuto fare i conti con gli sviluppi incalzanti della tecnica e delle tecnologie nell’ambito della comunicazione. E ciò – è stato sottolineato coralmente – ha prodotto nuovi meccanismi di investimento del capitale, da cui i cittadini e le stesse formazioni politiche, in quanto enti concreti, attingono. Ciò avviene non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa e del mondo. In gioco c’ è, dunque, non solo il futuro dell’Italia, ma anche la creazione e il consolidamento di relazioni sane tra comunità e popoli diversi.

Per una democrazia responsabile cittadini realmente partecipi

vescovo Raspanti
Il vescovo di Acireale monsignor Antonino Raspanti

In questo oggi storico «vivere e organizzare un partito è un fenomeno democratico che garantisce la vita della Repubblica e quello della partecipazione politica non è un argomento qualunque. Bensì il tema principale sul quale si basa il funzionamento dell’apparato amministrativo di un territorio».
A tal fine – ha concluso mons. Raspanti – possono avere un ruolo centrale le scuole di formazione che ormai da troppo tempo non sono più valorizzate. «È importante che tutti noi acquisiamo consapevolezza civica per la strutturazione di una democrazia responsabile, costituita da cittadini realmente partecipi. L’obiettivo deve essere quello di formare una società che ponga le proprie basi sul dibattito politico e che si mostri sempre più solidale».
E se la finalità del dibattito era creare consapevolezza, “riflessioni e strumenti rivolti alla crescita e alla formazione della società”: il dibattito, nel rispetto della pluralità, ha fatto centro.

 

 Maria Trigila

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