Colletta Nepal / La Cei: “Segno concreto della solidarietà dei credenti”. Domenica 17 maggio raccolta in tutte le parrocchie

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Una singolare coincidenza della raccolta promossa dalla Cei con la Giornata mondiale per le comunicazioni sociali. Grazie a tanta buona informazione abbiamo visto i volti e conosciuto il dolore dei terremotati. Anche per questa ragione i cattolici italiani saranno ancora una volta generosi.

Colletta per la solidarietà ai nepalesi nelle chiese, nelle parrocchie italiane domenica prossima, solennità nepalpdell’Ascensione e Giornata mondiale per le comunicazioni sociali “Comunicare la famiglia: ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore”. L’hanno voluta i vescovi italiani ma sta già nel cuore dei cattolici italiani, nella sensibilità di coloro che partecipano all’Eucaristia domenicale. Colletta indica mettere insieme, condividere, collegarsi. E guarda caso Internet è proprio definita connessione di persone (d’intelligenze). Domenica sarà una connessione reale, una colletta reale di relazione di carità con i nepalesi.
“La presidenza della Cei – ecco l’invito assolutamente non formale -, a nome dei vescovi italiani, rinnova profonda partecipazione alle sofferenze delle popolazioni del Nepal provate dal terribile terremoto che ha provocato migliaia di morti. A causa della straordinaria gravità del sisma, dopo lo stanziamento di tre milioni di euro dai fondi dell’otto per mille disposto nei giorni scorsi, la presidenza indice una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane domenica 17 maggio 2015, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti”.
A dire la verità, chiamando i fatti con il loro nome e cognome questa Chiesa italiana, questi cattolici italiani, queste parrocchie sono davvero con le mani bucate. Non c’è domenica che non vi sia un banchetto fuori dalle porte della Chiesa che non proponga un gesto di carità e solidarietà verso gli immigrati, verso un’associazione di volontariato per i malati di cuore, della sla, dei portatori di handicap, per i poveri che bussano alle porte delle canoniche, per le scuole materne, per i gruppi parrocchiali, scout o Azione Cattolica. Anzi, pure le associazioni laiche, non di emanazione cattolica, hanno capito che lì, proprio in quelli che alcuni indifferenti considerano bigotti, palpita un cuore sensibile e generoso. E, come se non bastasse, ogni domenica arrivano in Chiesa mamme e papà con i loro figli che portano delle pesanti borse della spesa. E poi vi sono il gruppo Caritas o della San Vincenzo che pensano anche agli affitti dei bisognosi.
Nel cuore di questi cattolici praticanti incredibilmente vi è spazio per tutti, anche per i lontani perché con le Giornate missionarie si sono abituati a pensare in termini cattolici, vale a dire mondiali, universali. E, allora, questa domenica troveranno attenzione anche i terremotati del Nepal. I volti di bimbi e mamme, di case sventrate, i feretri di migliaia di morti che hanno reso i superstiti familiari, membri di casa nostra, della nostra famiglia.
È questo il potere della comunicazione, della tv e d’internet. I nepalesi non ci sono più estranei, forestieri, stranieri. Sono nostri amici. Ci pare di conoscerli da sempre. Potere meraviglioso dei media, della grande rete, d’internet. Le loro famiglie sono le nostre famiglie. Non possiamo girarci dall’altra parte. Abbiamo visto, sappiamo. Internet con diversi media ci ha messi in connessione. La chiamano connessione d’intelligenze. In realtà è connessione di cuori, di emozioni che vincolano e incoraggiano alla solidarietà.
Il trionfo di una comunicazione di bene, che genera relazioni quasi di famiglie tra noi e loro, i nepalesi, è una felice coincidenza nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, voluta dal Concilio Vaticano II ma troppo trascurata dalle nostre parrocchie. È la 49ª Giornata mondiale. Ha per tema la famiglia. Oggi piuttosto bistrattata dai media, dal pensiero conforme e dominante. I cattolici ne dovrebbero prendere atto e amare la loro stampa, i loro siti. E invece non è sempre così. Eppure, anche fare informazione è un atto di carità verso lo spirito, perché non si ammali. Eppure, anche a noi cattolici pare che la carità delle cose sia più importante della carità dello spirito. Nel ricordare la colletta per il Nepal sottolineiamo che essa avviane per merito della comunicazione in generale e per la comunicazione dei nostri settimanali che proprio ai cattolici si rivolgono.
Bruno Cescon
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