Concerti / Il rock di Francesco Sarcina e Le Vibrazioni esalta il pubblico di Zafferana

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Le Vibrazioni

Coreografia essenziale: è bastata la sua voce, accompagnata dagli strumenti musicali, a creare lo spettacolo. Francesco Sarcina, cantante de “Le Vibrazioni ”, ha intrattenuto il pubblico per due ore, la scorsa domenica, 31 luglio, a Zafferana Etnea.
All’anfiteatro Falcone e Borsellino i pezzi del repertorio musicale della band sono stati protagonisti della serata, inserita nella rassegna “Ai piedi dell’Etna”, organizzata da Olimpo Eventi in collaborazione con il Comune.

Preambolo al suo inizio l’esibizione del giovane Francesco Sacco e del suo gruppo. Il cantante milanese ha introdotto il pubblico all’interno dei ritmi della serata con alcuni dei loro brani, fra cui L’ invenzione del Blues. È cresciuta l’attesa per Sarcina e compagni. Vibrazioni
La prima fase del concerto ha visto susseguirsi alcuni brani di fila, senza mediazioni parlate del cantante. Ma, come da lui preannunciato, il dialogo con gli spettatori sarebbe arrivato di lì a breve. Ad aprire Sai, seguita da Amore Zen e In una notte d’estate. Pubblico già interamente partecipe. Sarcina trascina, le note rock risuonano con decisione. Bastano soltanto le luci proiettate dal palco per creare l’atmosfera. È la musica che attrae, riesce a coinvolgere in un crescendo di energia e vitalità.

Le Vibrazioni in concerto: comincia il dialogo

Alla fine dei pezzi, minuti interamente dedicati al suono della batteria con i virtuosismi di Alessandro Deidda. Comincia il dialogo. Sarcina guida gli spettatori nell’esecuzione dei testi dell’ultimo EP VI. Non ci vuole molto: il ritornello è acquisito. La sua espressività gestuale, nell’esecuzione, ne completa la performance. I ritmi incalzano sempre più. Il rock è padrone dell’aria.

Con Pensami così se ne addolciscono i contorni. Ma lo spazio dedicato alla chitarra di Sarcina ne ricorda l’impronta. La sua voce alterna acuti potenti, decisi, a discese più melodiche, a toni regolari. Anche il suo look,  come la coreografia, è essenziale: jeans dal colore blu scuro e camicia bianca con motivi a spirale. Gli basta la voce a renderlo protagonista. Suona la chitarra e si lascia andare nell’emissione vocale di suoni leggeri. Quasi dei sibili che riempiono di sé il silenzio.

Sarcina -le vibrazioni
Francesco Sarcina

Anche gli altri componenti del gruppo si presentano al pubblico con alcuni minuti a loro interamente dedicati. Stefano Verderi suona la chitarra. Ad un certo momento sfrega il  bicchiere di vetro nelle sue corde: suono pulito e armonioso.
Spazio alla presentazione della giovane Viola Deidda: per l’occasione ad accompagnare al basso. Si alternano il suono della chitarra con quello della batteria. Risuonano i tonfi di quest’ultima.

Le Vibrazioni e …gli accendini

Ovunque andrò, del 2005, dà motivo a Sarcina per ricordare l’incontro artistico della band con il maestro Beppe Vessicchio. Poi lo stesso cantante preannuncia un brano “da giovani”, da accompagnare con le lucine del cellulare. “Ai nostri tempi i cellulari ancora non c’erano, ma avevamo gli accendini a creare l’atmosfera”, ricorda Sarcina. Il brano è Dov’è. La musica si addolcisce, arriva il romanticismo, ma non troppo.

Continuano le presentazioni. È la volta del bassista Marco Castellani. Anche lui produce musica decisa, imponente, con la sua prestazione allo strumento. Si continua volando verso la fine, non senza una dichiarazione d’amore del cantante alla Sicilia ed alle sue peculiarità, fra cui il dialetto.
“Amo tantissimo la Sicilia ma i primi anni, quando ero dietro le quinte, non capivo chi fosse Ciccio. Mi chiedevo chi il pubblico chiamasse. L’ho capito dopo!”.

A Così sbagliato segue Vieni da me. La proposta di un “urlo liberatore” per tutto ciò che non va viene accolta. In verità tanti sono gli urli del pubblico. Ma la serata non deve perdere la sua vitalità. La chiusura è interamente rock.

 Rita Messina

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