Donne della Costituente / La siciliana Maria Nicotra lasciò la sua impronta nel sociale

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Maria Nicotra

Tra le madri della Costituente, si distinse Maria Nicotra, nata a Catania il 6 luglio 1913 da Sebastiano e da Irene Fiorini, una famiglia siracusana di origini nobiliari. Compì gli studi superiori e fin da giovane si distinse per la partecipazione alle attività delle associazioni cattoliche, assumendone l’incarico di dirigente locale, poi presidente della Gioventù femminile dell’Azione cattolica.

Durante la Seconda guerra mondiale è infermiera volontaria della Croce rossa italiana, meritandone  per  dedizione  e volontà, la medaglia d’oro al valore.  Si occupò della nascita dell’Associazione volontari italiani donatori di sangue. E si iscrisse all’Associazione cristiana lavoratori italiani (Acli) dove entrò a far parte della commissione nazionale femminile. Si occupò delle artigiane, accanto alle quali non smise mai di lottare.

Il diritto di voto «attivo» venne riconosciuto il 31 gennaio del 1945, quando il Consiglio dei Ministri emanò il Decreto legislativo n°23, pubblicato il 1° febbraio, che introdusse il suffragio universale riconoscendo il diritto di voto alle donne. Successivamente, il 10 marzo 1946, il decreto legislativo n. 74 all’articolo 7 dichiarava: «Sono eleggibili all’Assemblea Costituente i cittadini e le cittadine italiane che, al giorno delle elezioni, abbiano compiuto il 25° anno d’età», riconoscendo il diritto di voto «passivo».Maria Nicotra

Maria Nicotra nel ’46 fu eletta all’Assemblea Costituente

Il 10 marzo 1946 le donne italiane votarono per la prima volta, alle elezioni amministrative, svoltesi in quasi 6.000 comuni italiani. Le prime elezioni, dopo la caduta del fascismo, che permettevano a tutti i cittadini italiani di esprimere, liberamente, le proprie preferenze politiche. L’affluenza alle urne, si attestò intorno all’89%. Le donne elette nei consigli comunali furono circa 2 mila. Il 2 giugno 1946 si votò per il referendum per scegliere tra Monarchia e Repubblica.

Segnalata dalla gioventù femminile di Azione cattolica, Maria Nicotra, nel 1946 fu eletta all’Assemblea Costituente “tra le 21 madri della Costituente” nella lista della Democrazia Cristiana, con 22.838 voti di preferenza, . Nel dopoguerra Maria Nicotra si interessò di assistenza sociale per le fasce più deboli della popolazione. E creò in Sicilia le case dei lavoratori, una casa dello studente e scuole per artigiani. Fu eletta nel 1948 alla Camera dei deputati tra le file della Democrazia Cristiana, con 44.513 preferenze. Nello stesso collegio siciliano che aveva rappresentato alla Costituente.

Nel corso del suo mandato parlamentare, fece parte della terza commissione (diritto, procedura e ordinamento giudiziario, affari di giustizia, autorizzazioni a procedere) e della ottava commissione (trasporti, comunicazioni, marina mercantile).
Il suo principale interesse rimase però l’assistenza sociale. Si impegnò unica donna tra una dozzina di deputati e senatori,  nella commissione parlamentare di vigilanza sulle condizioni dei detenuti nelle carcerari.Maria Nicotra

Il grande impegno nel sociale

Successivamente partecipò alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla. Questa,  istituita il 12 ottobre 1951, aveva il compito di accertare le condizioni economiche e sociali della popolazione italiana. Si occupò anche, presso gli uffici antitubercolari e le unità mobili schermografiche, dello stato della tubercolosi in Italia. Poi di un’indagine sui bilanci delle famiglie povere, sulle forze di lavoro e sulle loro condizioni di vita.

Nel disegno di legge il 18 luglio 1950 relativo alla tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri, fece sentire la sua voce nel corso della battaglia da parte di tutte le parlamentari, divise però sulla percentuale dell’indennità giornaliera. Favorevole ad accettare, tenendo conto della situazione economica, una riduzione dell’indennità, fece osservare: «Onorevoli colleghi se fosse una questione sentimentale, quella che oggi dobbiamo risolvere votando, non avremmo dubbi: voteremmo a favore di quel 100 per cento che darebbe alle madri lavoratrici maggiori possibilità di curarsi e di procurarsi tutto ciò di cui hanno bisogno».

Il matrimonio con Graziano Verzotto

Risultata prima dei non eletti nelle votazioni per la seconda legislatura, nel giugno 1953, decise di dedicarsi al movimento femminile della DC. Nel luglio 1949 aveva sposato Graziano Verzotto di dieci anni più giovane, originario della provincia di Padova. E con un passato nelle brigate bianche durante la Resistenza assieme a Enrico Mattei, col quale lavorò poi all’Eni.

Verzotto giunse in Sicilia nel 1947 come funzionario del partito per contribuire all’organizzazione della DC. Favorito dal prestigio della moglie e della famiglia di lei, Verzotto ricevette l’incarico dal segretario Amintore Fanfani di guidare il partito regionale. Alla presidenza dell’Ente minerario siciliano, rimase coinvolto, nel 1975, in uno scandalo di fondi neri che lo spinse a riparare a Beirut e a Parigi.

Maria Nicotra dal 1960 al 1965 fu presidente dell’Istituto autonomo case popolari di Catania e dal 1975 al 1976,  in sostituzione del marito colpito da provvedimenti giudiziari, della Società Siracusa calcio, prima donna presidente di una squadra di calcio.
A causa delle tante inchieste che avevano coinvolto il marito, negli anni successivi scelse di abbandonare la Sicilia. Quando, in seguito all’indulto, Verzotto fece rientro in Italia, lo raggiunse a Padova dove, dopo 17 anni tornarono a vivere insieme.

Il 27 ottobre 2006, a sessant’anni dall’Assemblea Costituente, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano insignì Maria Nicotra  della massima onorificenza della Repubblica: Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Muore il 14 luglio del 2007, a Padova dove viveva accanto al marito.

 

Giuseppe Lagona

 

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