Immigrazione / Dall’Albania in Italia: migranti che attraversano la storia

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piana degli albanesi immigrazione

Tra le comunità straniere presenti nel nostro paese, è di grande impatto la presenza dei migranti che dall’Albania raggiungono l’Italia in uno storico flusso d’immigrazione. Il fenomeno migratorio albanese ha infatti interessato l’Italia fin dal XV secolo, protraendosi ai giorni nostri e stabilendo rapporti religiosi e culturali di lunga data con il Belpaese.

Immigrazione / Albanesi in Italia: una storica presenza

La presenza degli albanesi in Italia è plurisecolare ed è correlata alla figura degli arbëreshë. Il termine indica la minoranza etno-linguistica albanese stanziata in Italia meridionale e insulare. Provenienti dalla regione albanese dell’Epiro e dalle comunità albanesi dell’Attica e della Morea (nell’odierna Grecia), migrarono in Italia tra il XV e il XVIII secolo a seguito della morte di Giorgio Castriota (1405-1468), detto Scanderbeg.

A quest’ultimo è infatti attribuito il riconoscimento di eroe nazionale, legato al suo ruolo di condottiero, patriota e principe che guidò i connazionali nella resistenza contro l’occupazione dell’Albania da parte dei turco-ottomani. La sua scomparsa ha quindi demarcato una linea netta nella storia albanese. In seguito alla quale iniziò la progressiva conquista del Paese delle Aquile e, in generale, di tutti i territori dell’Impero bizantino da parte dei turchi-ottomani. Alimentando così le migrazioni.

Immigrazione / Migranti dall’Albania all’Italia in cinque flussi

In riferimento a questi eventi, la storiografia ottocentesca ha individuato cinque ondate migratorie delle popolazioni albanesi dirette verso l’Italia. Avvenute tra il XV e il XVI secolo, interessarono principalmente le regioni meridionali del nostro paese. Si suppone che la prima migrazione avvenne verso la Calabria tra il 1399 e il 1409, durante le lotte tra angioini e aragonesi. In questa occasione, i mercenari albanesi erano al servizio ora dell’uno ora dell’altro esercito.

La seconda migrazione ebbe luogo tra il 1416 e il 1441. Fu guidata dal condottiero stradiota Demetrio Reres, al quale il principe Alfonso di Trastámara (re Alfonso I di Sicilia) promise privilegi in Calabria e in Sicilia. La terza ondata, tra il 1460 e il 1462, si verificò con laScanderbeg albania immigrazione italia spedizione militare di Scanderbeg in Italia. Quando questi accettò la richiesta del papa di aiutare il figlio del re Alfonso, Ferdinando d’Aragona (Ferdinando I di Napoli), nella lotta con Giovanni II d’Angiò.

Immigrazione / Migranti dall’Albania all’Italia in cinque flussi

Seguì la quarta migrazione, negli ultimi decenni del XVI secolo. Con la caduta di Kruja, in mano ai turchi, molti albanesi si rifugiarono in Calabria sotto la protezione della nipote di Scanderbeg. Nonché moglie del nobile Pietro Antonio Sanseverino di Bisignano. Infine, la quinta migrazione fu compiuta tra il 1533 e il 1534. La spinta derivò dall’occupazione delle città albanesi per mano dei turchi, che incoraggiò l’abbandono del paese. I migranti si imbarcarono allora sulle navi di Carlo V, che li portarono fino alla capitale del regno del Sud. Da qui, molti furono poi trasferiti in Basilicata, in Calabria, in Principato Ultra, a Lipari e in altre sedi. Tuttavia, la storiografia più recente, supportata da una nuova documentazione, ha messo in luce una realtà migratoria albanese più complessa. Che interesserebbe non solo l’Italia meridionale, ma anche altre regioni del Nord.

Infatti, sembrerebbe che i cosiddetti stradioti (mercenari albanesi) furono al soldo anche di forze diverse da quelle meridionali. Alcuni, ad esempio, agivano per conto della Repubblica di Venezia e dello Stato pontificio. In ogni caso, gli immigrati albanesi mantennero la lingua albanese, il rito bizantino, gli usi e i costumi tradizionali albanesi. Pur obbedendo al pontefice, nella speranza di una concordia fra rito greco e latino. Tra i discendenti di queste migrazioni figurano personalità come Papa Clemente XI, il presidente del Consiglio Francesco Crispi. Ma anche i giuristi Costantino Mortati e Stefano Rodotà, insieme al banchiere Enrico Cuccia.

Immigrazione / Migranti dall’Albania all’Italia nel XX secolo

Dopo il totalitarismo in Albania, che ha quasi chiuso ermeticamente i confini del Paese, con la caduta del comunismo i grandi flussi migratori ripresero. Quando, nel 1991, la Repubblica Popolare Socialista d’Albania crollò, il processo di migrazione delineò tre nuove fasi. La prima risale proprio al 1991 ed è distinta in due ondate: quella di marzo e quella di migranti albania immigrazione italia 1991agosto. Differenziate tra loro sia per i fattori di spinta, sia per il comportamento adottato dalle autorità italiane nei loro confronti.

Il 7 marzo, 27.000 albanesi giunsero a Brindisi. Si trattò del primo arrivo di massa d’immigrati in Italia. Il secondo fu realizzato l’8 agosto, quando 20.000 migranti albanesi approdarono a Bari (nella foto). Sei anni dopo, nel 1997, il fallimento della maggior parte delle società finanziarie albanesi condusse il Paese alla miseria. Stimolando una nuova ondata. Infine, con la Guerra del Kosovo (1999) si verificò l’”ondata invisibile”. Questa espressione si riferisce al fatto che, trascurati dalle autorità, 100.000 albanesi chiesero asilo politico come cittadini kosovari.

Immigrazione / Gli albanesi in Italia oggi

Stando ai dati ISTAT del 2022, gli albanesi in Italia sarebbero 419.987 su 5.030.716 di non italiani. Con una concentrazione maggiore nelle regioni del Nord. Gli albanesi costituiscono oggi la seconda comunità storica più numerosa d’Italia, dopo quella rumena. Molti di loro, residenti da decenni nel nostro Paese hanno inoltre ottenuto la cittadinanza italiana. E, pur mantenendo il doppio passaporto, sono naturalizzati italiani.

Dal 2013, questa situazione ha infatti determinato un calo nel conteggio della presenza albanese in Italia. Secondo le stime ISTAT del 2021, dal 1991 le acquisizioni della cittadinanza italiana da parte degli albanesi sono state 230.000. In effetti, la comunità albanese in Italia è tra le più integrate nel tessuto socioeconomico. Sono infatti numerose le attività di gestione albanese, operative nel settore primario, secondario e terziario. Oltre a ristoranti e agriturismi che rimandano alla tradizione culinaria dell’Albania.

Immigrazione / Gli albanesi in Italia oggi

Nella società, pur mostrandosi propensi all’integrazione, gli albanesi di recente immigrazione tendono anche a mantenere vive le proprie origini. In Italia esistono infattialbanesi migranti italia centri culturali che organizzano corsi di lingua albanese per i più giovani. Sebbene questa venga generalmente trasmessa oralmente già all’interno delle famiglie. Con riguardo alla religione, gran parte degli italo-albanesi sono cattolici di rito bizantino.

Ma, pur conservando la struttura, disciplina, tradizione e liturgia propri della Chiesa ortodossa, riconoscono il primato papale. In più, sono numerose le parrocchie di stampo bizantino nelle città italiane. Precisamente dove sono immigrati negli anni gli arbëreshë e dove spesso si aggregano gli shqiptarë, cristiani di fede cattolica o ortodossa.

Roberta Lazzaro

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