Libri / “La mia storia di Aci Sant’Antonio” di Enzo Mancuso

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Mancuso presenta libro su Aci Sant'Antonio

Recita un proverbio africano che quando un anziano muore, è come una biblioteca che brucia. È proprio di memoria che si parla nel nuovo libro di Enzo Mancuso, La mia storia di Aci Sant’Antonio, presentato presso la sala Cosentini della Biblioteca Zelantea di Acireale.
Il professore Angelo Pagano e don Vittorio Rocca hanno presentato il volume. Sono intervenuti gli assessori alla cultura di Acireale, Fabio Manciagli e di Aci Sant’Antonio, Quintino Rocca ed il presidente dell’Accademia, Michelangelo Patanè.

Giocando con il titolo della propria opera, Mancuso invita sin da subito a riflettere sul valore della memoria storica della città di Aci Sant’Antonio. E anche sulla personale passione che lo ha portato a sentire come propria la storia di una città di cui non è originario. La sua, dunque, è una memoria che porta il lettore a fare un tuffo nel passato per ripercorrere le radici della città. Quasi come un lascito da consegnare alle generazioni future.

Aci Sant’Antonio vista da Mancuso

Così, la storia di Aci Sant’Antonio diventa la sua, di storia, figlia di un lavoro di ricerca appassionato e di una profonda dedizione verso un luogo di cui lo stesso Mancuso ha sentito la responsabilità di fare parte.libro su Aci Sant'Antonio di Mancuso Chiacchierando con l’autore, si apprende che è proprio la curiosità ad averlo mosso alla ricerca di storie dal respiro, via via, sempre più ampio che lo hanno portato a ricostruire la storia della città. Partendo da piccoli aneddoti di Aci Sant’Antonio di cui veniva a conoscenza, si è orientato verso storie più grandi.  Come una lente di ingrandimento al contrario che va dal piccolo al grande, dal particolare al generale. Andando, quindi, alla ricerca del filo conduttore di una concatenazione di vicende e di persone, tra loro succedutesi.

L’autore tiene a precisare che non esiste una vera storia di Aci Sant’Antonio. E che il suo lavoro di ricostruzione storica è stato stimolato ogniqualvolta egli sia venuto a conoscenza di un nuovo aneddoto da approfondire, studiare e raccontare. Come, per esempio, quello dei litigi tra le varie Aci che non riuscivano a convivere tra loro. Ma, al tempo stesso, sentivano anche la necessità di stare insieme per proteggersi da eventuali attacchi nemici.

Il racconto dell’autore fa riscoprire il senso dei luoghi

Il vivere di allora, così diverso, eppure, allo stesso tempo simile a quello di adesso, fatto di relazioni umane, ci fa comprendere come le città siano sempre in continua evoluzione.
Come l’architettura sia un segno tangibile dell’avvicendarsi del passaggio dell’uomo sul territorio. Ed anche come le varie stratigrafie architettoniche di un luogo determinino l’identità di un paese. I racconti dell’autore ci aiutano infatti a riscoprire il senso dei luoghi da lui descritti. E, come egli sostiene, con gli strumenti dell’archeologia presente e futura si può offrire alle generazioni future un prezioso scenario storico che, altrimenti, andrebbe perduto.Aci Sant'Antonio di Enzo Mancuso

Sicuramente una grossa curiosità storica alla base del suo operato. Ma anche una grande capacità di entrare in empatia con il vissuto di un posto ci fanno capire come la ricchezza di sentirsi parte di una comunità si concretizzi nel condividere una storia comune.
Quando, infatti, gli chiedo se al giorno d’oggi abbia ancora senso scrivere per fare memoria, sostiene che, sì, assolutamente questo è un grande impegno. Ed anche un grande strumento che permette alle nuove generazioni di conoscere l’evoluzione di una città che, tutt’oggi, è in continuo cambiamento.

Così, la città che lo ha accolto diventa il punto di partenza per l’inizio di una ricerca che – racconta Mancuso –  consta di duecentoventi riferimenti, che lo hanno portato a consultare l’archivio storico e la biblioteca di Aci Sant’Antonio, la biblioteca Zelantea e diverse biblioteche di Catania.

 Giulia Bella

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