Musical / Notre Dame de Paris lascia a Catania il suo messaggio di amore e allegria

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Notre dame de Paris

Si è conclusa ieri, per il musical Notre Dame de Paris, la tappa catanese contemplata nella tournée di celebrazione dei suoi vent’anni di storia in Italia. Partito da Milano il 3 marzo, il tour si concluderà sempre a Milano a gennaio 2023. Prodotto da Clemente Zard, con la collaborazione con Enzo Product Ltd, curato e distribuito da Vivo Concerti, è stato promosso in Sicilia da Giuseppe Rapisarda Management.

Vent’anni di canti, danze e acrobazie che hanno emozionato e dominato la classifica dei titoli teatrali. Oggi, come dichiarato dagli stessi protagonisti, forse, emoziona ancor di più. Sarà conseguenza delle restrizioni vissute negli ultimi due anni? Sarà perché lo spettacolo è capace di trasmettere infinite emozioni? Quello che ormai è diventato un classico, ha riscosso ancora una volta un indescrivibile successo.

Un Pala Catania allestito a gran teatro. Pieno quasi in tutte le date. E migliaia di spettatori, provenienti dalla Sicilia e oltre, che hanno visibilmente manifestato il loro apprezzamento. Ogni finale è stato ricambiato da una standing ovation. Ogni sera, a fine esibizione, la platea ha intonato insieme ai protagonisti “Il tempo delle cattedrali”. Una sincera e spontanea dimostrazione di affetto e di eterno ricordo.Notre dame de Paris

Lo spettacolo che travalica l’aspetto artistico

Presenti nel cast, in occasione del ventennale, i due protagonisti originari Lola Ponce e Giò di Tonno ce lo avevano anticipato. “Lo spettacolo porta un messaggio di amore e allegria che è rimasto nel cuore del pubblico come anche nel cuore di noi interpreti” – aveva detto Lola. “Il pubblico ha bisogno di spettacoli ben costruiti” – aveva concluso Giò.

Gli attori si sentono un po’ come gli eroi dei fumetti, personaggi che non invecchiano mai. E Notre Dame sta travalicando l’aspetto artistico, diffondendo qualcosa di quasi spirituale.
“Ci sono tantissime persone che l’hanno visto tre, quattro, cinque e anche più volte. La gente viene a guardare Notre Dame per nutrirsi di arte ma non solo” – questa la percezione degli artisti. “Il pubblico si sente parte di qualcosa di grande, qualcosa di familiare. Viene ad impregnarsi di qualcosa di profondo. E questo ci fa molto piacere”. Giò Di Tonno

Il gobbo
Giò Di Tonno (il gobbo Quasimodo) a dx e Matteo Setti (Clopin, re degli zingari)
Notre Dame de Paris, un capolavoro moderno ed un messaggio sempre attuale

Convinti che il loro compito vada ben oltre quello di cantare e recitare, le dichiarazioni dei due interpreti ci suggeriscono importanti riflessioni. Il pubblico oggi ha bisogno di spettacoli che contengano messaggi importanti e che siano raccontati con grande professionalità. In contrasto a ciò che offre il mondo dei social che invece è più fittizio e allontana dalla realtà.

Notre Dame sembra voler mettere a posto le cose, in questo senso. Sembra voler mettere a posto le anime e i cuori. Lo spettacolo è sempre lo stesso, non è cambiato nulla. Tutto uguale perché questo è quello che chiede Riccardo Cocciante, quello che chiede la produzione, quello che chiede il pubblico. Ormai è un “classico”, dunque, non può essere modificato.

Il romanzo di Victor Hugo, da cui è tratto lo spettacolo, resta non solo un capolavoro unico in era moderna, ma anche un messaggio chiaro ed attuale. Il problema delle migrazioni e delle emarginazioni esisteva all’epoca ed esiste ancora oggi. In una civiltà che si dice cristiana ma che ha continuamente bisogno di risvegliare la propria coscienza. Di trovare soluzioni consone alla civiltà ed al progresso che vanta.

   Cristiana Zingarino

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