Ottobre tutto gender / Emergenza educativa e affettiva. La scuola non può sostituire il ruolo primario della famiglia…

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Sono frequenti nel mese di ottobre gli appuntamenti, i convegni, i congressi, i seminari, le manifestazioni che hanno come finalità l’informazione e la formazione di educatori e genitori sulle nuove “colonizzazioni ideologiche” di sfondo Gender.

 Ai laboratori universitari, alle molteplici sollecitazioni che giungono via etere dai social, siti on line, facebook, Gender-a-scuolaagenzie scolastiche e ministeriali, si contrappongono le iniziative di associazioni laiche e religiose e non solo cattoliche, di gruppi di volontari e di famiglie, “Sos ragazzi”, “sentinelle”, che sentono il dovere di far sentire una controproposta alle nuove tendenze diffuse dalle lobby che sostengono economicamente l’espansione dell’ideologia gender e rivendicano l’inclusione e la dignità per le persone Lgbt nella società civile e nella Chiesa

Ottobre tutto gender. Dopo il convegno interdisciplinare “In carne e ossa, tra corpo e spirito”, organizzato dal Messaggero di Sant’Antonio e dall’Ufficio di Pastorale dell’Educazione e della Scuola della diocesi di Padova nei primi di settembre, il 9 ottobre presso la sede della Mariapoli i Focolarini di Catania dibattono il tema del gender; il 17 ottobre a Francofonte presso il centro anziani sarà trattato da Ezio Aceti il tema “Amore vero per il futuro; il convegno internazionale sulla Bioetica promosso dalla diocesi di Noto il 23 e 24 ottobre tratterà il tema del gender “Denudare il corpo, denudare l’anima”con Giuseppe Savagnone, Gianfranco Amato, Renzo Puccetti, Gonzalo Miranda, Pietro Grassi e Donatella Mansi, e poi ancora il 25 ottobre si svolgerà presso il Palasport “Tupparello”di Acireale il primo meeting regionale “Uniti per la famiglia” al quale hanno aderito gruppi e movimenti delle diverse provincie e diocesi della Sicilia.

Il dibattito sulla scuola. Il riferimento alla Legge 117/2015, la cosiddetta della “Buona scuola”, ha aperto un filone che vede fuoriuscire dal fiume sotterraneo un piccolo ruscello che appare ben vestito di sana educazione al rispetto, alla solidarietà, all’accoglienza dei disabili e delle diversità e quindi anche delle diversità dei generi. Mezzi e strumenti, libri e attività formative sono a disposizione delle scuole dall’Unar, con l’avallo del Ministero, senza oneri aggiuntivi e quindi passa una proposta educativa a costo zero per le scuole. Il comma 16 che presenta l’innovazione del “Piano Triennale dell’Offerta Formativa (Ptof) “assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’art. 5, comma 2 del decreto-legge del 14 agosto 2013. n.93 “Piano d’azione straordinario contro a violenza sessuale e di genere”.) Il termine “di genere” fa riferimento, infatti, al decreto sul femminicidio, approvato nel 2013 dal Governo Letta e la discriminazione è legata ai generi e prevede proprio “la sensibilizzazione sulle discriminazioni di genere anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo”.

 Cosa vuol dire Gender. La comunità scolastica non può disattendere tale nuova emergenza sociale e culturale e mettere al centro il vero bene dei bambini rimane sempre l’impegno degli educatori. Attenzione e rispetto non vuol dire omologazione, esaltazione dei nuovi modelli e generalizzazione di prassi non consone al pubblico decoro. Gender è una parola di sei lettere, che condensa una rivoluzione culturale, la quale vanta fondamenta scientifiche, morali e psicologiche del pensiero umano sulla sessualità, ipotizzando che ogni individuo possa definire la propria identità di genere in base al contesto socio-culturale e non più secondo una realtà biologica; le persone potranno stabilire il proprio sesso con la stessa facilità con cui si sceglie un vestito da indossare.

Alcune precisazioni. Nella legge di riforma della “Buona scuola” non si parla esplicitamente di teoria del gender e ha ragione il Ministro Giannini, nel sostenere la cultura della non discriminazione etnica, razziale, religiosa; della tolleranza, della sensibilità e dell’accoglienza, che la scuola nella storia ha sempre introdotto in varie forme, ma cosa c’è dietro la proposta educativa alla diversità? Come sarà articolata l’introduzione di corsi all’educazione “alle differenze”, “alla non discriminazione” o “all’affettività” nelle singole scuole? Numerosi genitori italiani attendono di sapere quale sarà l’offerta formativa dell’istituto in cui hanno iscritto i propri figli, e una minoranza di famiglie ha risolto il problema attraverso l’adozione di una scelta scolastica originale e alternativa che è la” scuola parentale”, iniziativa di auto-organizzazione da parte di genitori desiderosi di dare ai figli un’educazione ritenuta, semplicemente, più adeguata alla sensibilità infantile.

Il ruolo della famiglia. Benché insolita tale scelta è consentita dalla Costituzione italiana (art. 30 e 33), dal Codice Civile (art. 147) e da diversi decreti e leggi e al termine dell’anno scolastico, gli alunni sosterranno un esame da privatista per ottenere il titolo di studio con valore legale. Permane, pertanto, una confusione tra il piano psicologico, sociale e culturale, e quello biologico ed etico e difficilmente potrà essere chiarita se non si pongono dei paletti che afferiscono alla responsabilità educativa dei genitori, i quali hanno il compito di dialogare e contrattare con la scuola la tipologia di proposte educative condivise e trasparentiE’ un diritto-dovere sancito dalla Costituzione, il rispetto del ruolo della famiglia nell’educazione degli alunni attraverso il coinvolgimento dei genitori nei progetti educativi riguardanti affettività e sessualità. “Oggi più che mai ci troviamo di fronte a un’emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda tematiche relative all’affettività”, che “in alcuni casi purtroppo è diventata sinonimo di educazione alla genitalità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante per la famiglia fatta da uomo e donna”.

 Conflitto di ruoli. “Riconoscere la diversità tra uomo e donna non significa discriminare. Il vero principio dell’eguaglianza non nega l’esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e complementarietà”. Va bene, dunque, ed è auspicabile che nelle scuole s’insegnino il rispetto e l’accettazione delle diversità, per contrastare atteggiamenti come l’omofobia, ma la spiegazione di certe tematiche così delicate è un compito che non può e non deve essere demandato ed assunto dalla scuola, ma deve rimanere in capo alla famiglia. I diversi movimenti che sono sorti spontanei hanno di fatto bloccato al momento l’iter della Legge Cirinnà che al Parlamento estende i “diritti” delle unioni civili. E si constata che in Italia esiste ancora un popolo disposto a esporsi in prima persona per difendere i valori della famiglia naturale e cristiana. Il passaparola è l’arma vincente che permette di svegliare le coscienze e contribuire alla causa della difesa della famiglia e delle giovani generazioni. Il dilagare di «fenomeni come bullismo omofobico, discriminazione di genere, cyber bullismo, necessita oggi più che mai, una presa di posizione certa e determinata, che resti ancorata sui valori della persona umana, maschio e femmina e non sulle mode o sulle innovazioni che provocano disordini culturali e sociali.

Giuseppe Adernò

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1 COMMENT

  1. Non si può scaricare sui genitori e sull fragilità dei ragazzi una responsabilità di tale portata. Aggravata dalla totale innesistenza, in genere, del corpo insegnanti. Lei sostiene che il vero pericolo è l’esoterismo, io sostengo che molte induzioni subdole (sovvente acclarate come progresso e come riconoscimento di diritti) siano l’elemento fondante pericoloso di questa Società. Una cosa è insegnare l’accettazione ed il rispetto delle diversità, un altro è rendere vacillante l’equilibrio della propria identità
    Giuliana Li Vigni

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