Quotidiano / Dati Frontex. A marzo del 2016 quasi 10mila sono approdati sulle nostre coste. Occorre davvero con razionalità puntare al “sintomo”

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In queste ore il Mondo piange l’ennesima tragedia annunciata nel mar Mediterraneo. I media somali e MIGRANTIquelli internazionali fanno fatica a calcolare il numero esatto dei migranti dispersi in pieno mare e ci sono diverse tesi sul numero dei barconi partiti. A quanto si apprende dal ministero dell’informazione della Somalia sarebbero almeno 200 i dispersi e quattro i barconi. Proprio ieri Frontex ha emesso un aggiornamento della tabella degli sbarchi e la Somalia è la nazione al terzo posto in termini di partenza di migranti. Frontex, l’agenzia dell’Unione europea, attesta che 9.600 migranti sono sbarcati sulle coste italiane nel mese di marzo del 2016. Si tratta del doppio rispetto agli arrivi registrati a febbraio e di oltre il quadruplo rispetto al mese di marzo del 2015, quando gli arrivi sono stati 2.283. Non solo dalla Somalia provengono i migranti ma soprattutto da Nigeria e Gambia. L’Egitto è uno posti di partenza dei recenti flussi migratori. La tendenza conferma infatti che nel 2015 appena 208 fu il numero di persone partite alla volta dell’Europa, approdando a Lesbo, mentre nel 2016 il numero è salito a 1927 unità. Una tragedia che sembra non avere fine nella totale indifferenza di quello stesso mondo (con la “m” minuscola) che piange simili catastrofe. Condizioni disperate e norme di sicurezza inesistenti. Solo un giubbotto di salvataggio su 10 è in regola, i barconi partono già in condizioni precarie attraversando vere e proprie odissee. Grazie alle recenti iniziative di Frontex il controllo sulle frontiere esterne e la gestione del flusso migratorio avvengono in modo più razionale ottenendo risultati migliori. Ma questo non basta perché al rimpatrio di 100 migranti segue l’approdo di 1000 migranti sulle coste europee. Non ci resta che, dinanzi a chi non vuol sentire o peggio non vuol capire, ribadire la profonda necessità di un accordo di ampio respiro internazionale perché s’intervenga nei paesi in difficoltà per sedare questa invasione disperata di migranti. Forse nemmeno queste parole bastano più. Però come non tener conto della differenza tra fenomeno e sintomo. Fatto salvo i valori cardini dell’accoglienza e della vicinanza e fino a quando ci concentreremo solo sul primo non riusciremo a risolvere, o meglio, ad affrontare con razionalità questa immane crisi umanitaria.

Domenico Strano

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