Siria / Liberato Padre Azziz. Intanto arrivano nuovi frati francescani per fare fronte all’emergenza sanitaria

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Padre Dihya Azziz è stato finalmente liberato lunedì 4 gennaio e si trova in buone condizioni di salute. Il frate era 1601 04 padre firas2scomparso il 23 dicembre e i timori che fosse in mano a qualche gruppo di ribelli erano diventati presto una certezza. Per motivi di sicurezza però non è possibile fornire ulteriori notizie su come si è svolta la liberazione. La Custodia di Terra Santa ringrazia tutti coloro che hanno aiutato per ottenere la liberazione di padre Azziz.

In Siria – rende noto i comunicato stampa di Pro terra sancta – la situazione rimane tesa e la vicenda di padre Azziz tiene alta la tensione, sia per i frati che per tutte le comunità cristiane. Recentemente, nell’ottica di rafforzare la presenza francescana in Siria, è arrivato ad Aleppo anche padre Firas Lutfi, 43 anni, laureato in teologia biblica all’Università Gregoriana. Ci scrive ora dalla sua nuova città “che non si arrende e non dispera malgrado la grande sofferenza e l’enorme minaccia quotidiana di morte” a proposito di alcuni suoi parrocchiani (si vedano le foto allegate): “Questi miei amici son scampati da una morte imminente la Pasqua scorsa. La loro casa di riposo è stata completamente distrutta. Solo la parrocchia di san Francesco d’Assisi ha aperto il cuore e le braccia per accoglierli. Ora sono il loro custode. Ci affidiamo alla intercessione e protezione della nostra madre celeste in questi giorni di Natale affinché salvi i suoi figli ai pericoli che ci circondano (nel giorno di Natale ci hanno bombardato con 8 bambole di gas, ma grazie a Dio le celebrazione sono andati a buon fine). Insieme a questi miei amici e ai miei fratelli francescani che vivono e testimoniano la misericordia di Dio per ogni persona umana”.

La comunità dei frati francescani in Siria è stata privata qualche settimana fa di un altro frate, padre Romualdo. È stata la malattia a porre fine alle sofferenze di Fra Romualdo. Una malattia che  ha saputo affrontare, fino alla fine. In questi ultimi anni, la vera sofferenza di Fra Romualdo, è stata quella di vedere le lacerazioni della Siria, la sofferenza delle sue popolazioni, la distruzione del suo patrimonio artistico e culturale. Nato nel 1937, Fra Romualdo, della Provincia francescana di Granada, arrivò in Terra Santa nel 1960 per compiere gli studi di Teologia a Gerusalemme e poi al Cairo. Non lascerà più il Medio Oriente dove la Custodia gli ha affidato varie e importanti responsabilità: Parroco, Direttore del Seminario, Delegato della conferenza Nord-Africana, responsabile delle “Opere a favore dei copti”, Maestro dei novizi. A febbraio arriverà a Damasco padre Bahjat Karakach, per rafforzare la comunità di frati rimasti nella capitale del paese.

Al normale bisogno di cibo, vestiti e soldi – denunciano i frati francescani presenti sul territorio dilaniato dalla guerra civile – in Siria è cresciuta in maniera esponenziale l’emergenza sanitaria. Occorrono nuovi fondi per fornire cure mediche e comprare medicine, riparare e sostituire i principali macchinari sanitari e garantire la presenza di personale qualificato nelle strutture ospedaliere. Molti medici hanno abbandonato il paese o sono stati uccisi e imprigionati.  Chi è rimasto non riceve uno stipendio e viene pagato solo quando effettua un’operazione.

Ad Aleppo molto spesso è quasi impossibile eseguire interventi per la mancanza di acqua ed elettricità. Quest’ultima si interrompe ogni giorno per alcune ore e a volte per 3 o 4 giorni. I macchinari per operare, rianimare o fare diagnosi sono danneggiati a causa dei bombardamenti e per la mancanza di manutenzione dovuta alla chiusura di molte imprese. Numerose persone si recano in Giordania o Libano per farsi curare da malattie non dovute al conflitto, come il diabete, il cancro, la scogliosi o problemi cardio-circolatori. Per mancanza di farmaci chemioterapici i trattamenti sono sospesi: 70 mila bambini sono malati di cancro e 5 mila sono in dialisi. Nei paesi confinanti le operazioni sono molto costose. Una semplice appendicite costa 1500 dollari invece di 400.

Sono in grave aumento le epidemie, per la poca igiene e la malnutrizione, ma anche l’epatite, la gastroenterite, la tubercolosi e i disturbi psichici e neurologici (quest’ultimi cominciano a rappresentare un grave problema anche nei campi profughi dei paesi confinanti). La mancanza di vaccinazioni sta mettendo a rischio il diffondersi di malattie come la poliomelite.

I 4 centri di accoglienza creati dai francescani sono in grado di rispondere ai bisogni medici di prima necessità, inoltre dispensano medicinali e sostengono le spese per le famiglie più povere. Nel 2016 l’Associazione ha in programma intervenire in maniera più consistente rinnovando un Ospedale di Aleppo: rimettendo in funzione tre sale operatorie e due sale rianimazione; acquistando apparecchiature mediche che consentano diagnosi, ma anche letti, porte e barelle.

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