Politica / “Un cantiere per Catania” in vista delle elezioni amministrative 2023

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In vista delle elezioni amministrative della città di Catania, il gruppo “Non possiamo tacere” di laici cattolici, adulti e giovani, dell’Arcidiocesi di Catania, ha presentato giorno 11 marzo il documento “Un Cantiere per Catania” nell’Arcivescovado della città. Il testo evidenzia il bisogno di stabilità di governo e protagonismo dei cittadini nelle scelte politiche pubbliche volte al bene comune.
Accanto all’arcivescovo MonsLuigi Renna, c’erano don Piero Sapienza, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro, Claudio Sammartino, ex prefetto di Catania, e Mariachiara Papa, animatrice del progetto Policoro. In un contesto finora segnato da emarginazione, le vicende consegnano l’immagine di una città “piena di macerie” che ha bisogno di un concreto progetto di futuro.

Restituire a Catania il suo futuro: gli investimenti sui giovani 

Poiché una democrazia autentica deve essere partecipativa, come si auspica per le nuove elezioni amministrative di Catania, serve sviluppare una nuova alleanza fra le generazioni. Questo uno dei cardini dell’incontro. Rendere i giovani protagonisti del loro futuro significa favorire una piena integrazione, dentro uno sviluppo armonico. L’assenteismo, la delega in bianco, non sono leciti per nessuno. L’indifferenza significa non darsi il diritto di scegliere precludendosi la responsabilità morale della scelta stessa. Quest’ultima, non andrà sicuramente a sommarsi per la collettività ma verso il rifugio nel privato. L’alba di un nuovo giorno si deve preparare con uno sguardo lungimirante che comprenda necessariamente il futuro delle giovani generazioni, per puntare ed edificare una città in tutta la sua bellezza.

Il contributo della Chiesa

In questo clima, ricucire le parti di tessuto urbano della città metropolitana dell’isola è fondamentale. Nel suo contributo, la Chiesa non ha il compito di formulare soluzioni concrete ma propone sempre con chiarezza i valori fondamentali dell’esistenza umana. Per trasmettere in maniera dignitosa, convinzioni che, con la speranza, possano tradursi in azioni politiche. Come ci ricorda l’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna: “Occorrono politici che sappiano studiare i mali di Catania e le loro soluzioni, che siano liberi da vincoli che li appiattiscono non sul presente, ma sul peggiore passato”.

Partecipazione politica e amministrazione condivisa 

La complessità e la delicatezza dell’attuale quadro politico ci inducono a dire che la sofferenza sociale ed economica largamente diffusa, la mancanza di prospettive per i giovani testimoniano la presenza nel Meridione e nella nostra Sicilia di criticità, di emergenze e di “sfide che non possono essere abbandonate”, come ci suggerisce il Documento del Comitato scientifico ed organizzatore delle Settimane sociali della CEI. Esse devono indirizzare e suggerire l’Agenda delle priorità di cui deve farsi carico la politica. Anche in occasione dei prossimi appuntamenti elettorali, in una logica che superi il dualismo centro-periferia degradata.

Per questo, tra le proposte più interessanti del documento, quella dell’amministrazione condivisa appare un primo passo per non appiattirsi sugli errori del passato, ma per guardare al futuro. Come a più riprese ha ricordato anche Papa Francesco, la politica è una delle vocazioni più alte dell’essere umano: la rinascita della città deve essere dettata attraverso il principio dell’attuazione dell’art. 118 della Costituzione, che prevede la sussidiarietà orizzontale. Pervasa da quella “profonda socialità che connota la persona umana”.

Elezioni amministrative un cantiere per Catania

L’arte della politica appartiene a tutti  

La regione Sicilia segna un triste primato che fa registrare il tasso più elevato di dispersione e abbandono scolastici. La Città metropolitana di Catania, si colloca al primo posto fra le altre 13 città con il 25,2% di abbandoni. Il quadro è inoltre aggravato, per la drastica riduzione dell’attività formativa di Enti di eccellenza e tradizionalmente efficaci. Migliaia di ragazzi ancora oggi, in Sicilia, restano “prigionieri” nelle loro periferie. Esposti ai rischi di devianza, senza un orizzonte di futuro umano e professionale.

A questi dati, bisogna aggiungere il deficit grave nell’isola di asili nido. Occorre assicurare da parte della politica il diritto a una reale libertà nell’ambito del pluralismo culturale ed educativo. Garantendo rigorose verifiche sulla qualità e sull’osservanza dei contratti di lavoro. Pertanto, è urgente un rinnovato impegno, a tutti i livelli, di rifiuto e contrasto di ogni forma di illegalità, nonché di inquinamento e corruzione della convivenza sociale da parte delle organizzazioni criminali, portatrici di una “cultura di morte” come sottolinea spesso il pontefice Francesco. E’ necessaria dunque una rinnovata efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.

L’appello per la sottoscrizione del documento 

Il documento invita a prenderci cura dei minori senza istruzione e aprire gli occhi su tutte le nuove forme di povertà e di sfruttamento. Insisteva l’Arcivescovo Renna durante il discorso in Piazza Stesicoro il 4 Febbraio 2023, durante i festeggiamenti agatini: “Non si può volere il benessere di Via Etnea senza pensare al benessere della Civita; non si può progettare quello delle scuole del Centro senza quello degli edifici di Zia Lisa o di Trappeto”.

Per questo motivo, rivolge un appello a sottoscrivere questo documento alle organizzazioni sindacali, sociali, culturali, religiose, commerciali ed economiche. Agli organismi del Terzo settore e del volontariato. E a quanti condividono il desiderio di un risveglio netto della società civile per rifondare la politica nel suo significato più autentico. Come ci suggerisce l’intervento di Mariachiara Papa, studentessa di Giurisprudenza presso l’ateneo di Catania nonché politicamente attiva: “Noi giovani comunque vada cresceremo, mentre i fautori di vecchi nazionalismi hanno i giorni contati”.

Giuliana Aglio 

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